domenica 28 giugno 2015

La rivolta nera negli Stati Uniti


Keeanga-Yamattha Taylor, docente alla Princeton University, membro del movimento Black Lives Matter e della International Socialist Organization (ISO).

Per la seconda volta in nove mesi, gli Stati Uniti furono scossi dalla rivolta di giovani afro-americani come risposta all'uccisione da parte della polizia di un giovane nero. Nell’agosto del 2014, la ribellione a Ferguson (Missouri) attirò l'attenzione del mondo sulla crisi che unisce la “applicazione della legge” e il razzismo negli Stati Uniti. Ma se il razzismo della polizia di Ferguson fu al centro della scena politica statunitense, la ribellione di Baltimora (aprile) trasformò questa coscienza generale in una grave crisi politica.

Ferguson, con soli 20.000 abitanti, è una piccola comunità periferica di Saint Louis (320.000), nello stato del Missouri. E 'una città abitata in prevalenza da afro-americani che sono governati brutalmente da un impianto politico bianco. Anche se il 67% della popolazione della città è nera, 50 dei 53 poliziotti di Ferguson sono bianchi. Il sindaco e tutti i consiglieri, ad eccezione di uno, sono bianchi. Pertanto, il confronto si avvicina di più alla dinamica razziale del Sud di Jim Crow (1), che alle esperienze degli afro-americani che vivono nelle principali città degli Stati Uniti. E’ per questa ragione che la rivolta di Baltimora è potenzialmente più pericolosa della lotta di Ferguson. Baltimora non è una piccola (o marginale) comunità di periferia, che può presentarsi come un luogo in cui ha perso il treno del presente. Viceversa, è una delle 26 città più grandi degli Stati Uniti, con una popolazione di 600.000 persone, di cui il 63% sono afro-americani. A differenza di Ferguson, i funzionari e rappresentanti neri (eletti) controllano l'apparato politico di Baltimora. Il sindaco è nero. Il capo della polizia è nero come la metà dei poliziotti. Il direttore delle scuole pubbliche è nero. Il Consiglio Comunale, tra cui il suo presidente, è composto di più della metà da afro-americani. Questo è un elemento cruciale per la crisi politica innescata da questa particolare rivolta. A Ferguson un elemento centrale del dibattito politico e un obiettivo degli attivisti locali era quello di aumentare il numero dei rappresentanti neri in uffici pubblici e l'assunzione di un numero aggiuntivo di poliziotti neri. A Baltimora, tuttavia, sono stati drammaticamente mostrati i limiti di tale strategia, evidenziando la bugia che negli Stati Uniti, non ci sarebbero differenze di razza o, anche, che sarebbe una società post-razziale. L’asserzione che rappresenta gli Stati Uniti come leader del mondo libero è stata minata.

Mentre questi ultimi continuano ad affermare il potere internazionale, prosegue lo spettacolo di poliziotti bianchi che assassinano e abusano uomini e donne nere. L'ipocrisia di Obama si rileva, quando, parla della democrazia americana, come ha fatto il 10 settembre 2014, spiegando la nuova guerra degli Stati Uniti contro lo “Stato islamico”. In quella occasione dichiarò che “ Stati Uniti, i nostri illimitati vantaggi, conferiscono un carico costante. Però noi, statunitensi, accettiamo la responsabilità di guidare. Dall’Europa fino all’Asia, dalle vastità dell'Africa alle capitali devastate dalla guerra del Medio Oriente, ci avviciniamo alla libertà, alla giustizia, alla dignità. Questi sono i valori che hanno guidato la nostra nazione dalla sua fondazione. "Questi commenti non corrispondono alla realtà, e oggi sono completamente assurde. Gli Stati Uniti non hanno un briciolo di credibilità nel momento in cui discutono di libertà, giustizia e dignità.
Questo è ciò che rende la crisi della “applicazione della legge” (azione di polizia) e il razzismo, fenomeni centrali della politica statunitense. Essa invalida la concezione stessa della classe dominante negli Stati Uniti e la democrazia statunitense. Baltimora si trova a circa 50 chilometri dal Campidoglio (la sede della legislatura federale, a Washington) dando ulteriore impulso alle ragioni della rivolta e la colloca al centro della vita politica statunitense. Si tratta di una crisi che probabilmente non finirà presto.  E’ dalle ribellioni degli anni ’60, che non vedevamo tanto fermento nelle città degli Stati Uniti, a pochi mesi di distanza. Le attuali rivolte indicano la possibilità della nascita di un movimento dei neri contro il razzismo e contro il modo di “mantenere l’ordine”. E 'la cosa più importante degli ultimi nove mesi.

Questo movimento è stato chiamato Black Lives Matter, in un hashtag creato durante le proteste contro l'assoluzione di George Zimmerman, la guardia che ammazzò Trayvon Martin, un giovane adolescente nero nel febbraio 2012. Il movimento ha guadagnato impulso per il semplice motivo che la polizia ha continuato a uccidere afroamericani senza essere punita o pochissimo. In tutti gli Stati Uniti, i giovani i neri della classe operaia, marciarono, protestarono si ribellarono contro la dilagante violenza della polizia, le molestie e le uccisioni nei quartieri, dove vivono i neri.  Dire che le comunità nere vivano di sottoccupazione e in condizioni che suggeriscono uno stato di polizia, non è un’esagerazione. E’ un fatto.
Prima di Baltimora: 381 persone uccise dalla polizia.

Il 2 marzo 2015, dopo tre mesi di ricerche il gruppo di lavoro creato dal presidente Barack Obama su "il mantenimento dell'ordine nel XXI secolo", presentò le sue conclusioni. La commissione fu creata sulla prima ondata nazionale di proteste avvenute nel mese di dicembre. Frettolosamente, Obama organizzò la Commissione per creare l’illusione che il governo federale rispondeva alle proteste popolari in modo che i manifestanti abbandonassero le strade. Incontrò giovani attivisti e alcuni di loro furono inclusi nella commissione, per darle un’aria di legittimità. Tre mesi più tardi la commissione presentava le sue conclusioni. Il contenuto, in realtà, non ha importanza alcuna.

La relazione contiene molte constatazioni, alcune utili, altre no; si potrebbero dire molte cose su di esse. Ma quello che forse è l’elemento più rivelatore di tutto ciò che si può trovare nella relazione del gruppo di lavoro, è che 29 giorni dopo dalla sua pubblicazione 111 persone, in più, furono assassinate dalle "forze dell'ordine". Questa cifra supera di 33, il numero delle persone uccise dalla polizia nel mese di febbraio. Alla fine di aprile, prima della ribellione di Baltimora, 381 persone sono state uccise dalla polizia dall'inizio dell'anno.
E questa è solo la punta dell’iceberg. All'inizio di quest'anno, The Guardian (Gran Bretagna) ha pubblicato un rapporto sul modo inconsistente del governo federale di contare le persone assassinate dalle "forze di sicurezza". E’ un modo eufemistico. Perché mentre il governo può dire quanti bambini muoiano d’influenza ogni settimana e il numero di uova deposte da galline ogni mese, nonché la percentuale di uomini bianchi anziani, che consumano noci come spuntino, non può informare su quante persone muoiano vittime delle "forze di sicurezza" in una settimana, mese o anno. Inoltre, non gli è possibile dire la razza o l'etnia di coloro che sono stati uccisi dalla polizia. Ma quando si osservano i numeri ammucchiati, si capisce il perché.
Uno studio del Bureau of Justice Statistics sugli omicidi della polizia per gli anni 2003-2009 e 2011, indica che essa uccise 7.427 persone. Una media di 928 persone l'anno. Confrontate questa cifra con i 58 soldati statunitensi morti in Iraq lo scorso anno. O le 78 persone uccise dalla polizia in Canada nel 2014. O, anche, che tra il 2010 e il 2014, la polizia inglese ha ucciso 4 persone. Mentre in Germania, la polizia non ha ucciso nessuno tra il 2013 e il 2014. In Cina, con una popolazione quattro volte e mezzo superiore a quello degli Stati Uniti, la polizia ha ucciso (dati ufficiali) 12 persone nel 2014.
E questo è solo una frazione di quello che sappiamo. Ci sono 18.000 dipartimenti di polizia negli Stati Uniti e solo 1.000 di loro si preoccupano di informare le autorità federali sul numero di persone uccise ogni anno. Il dipartimento di polizia della città di New York, per esempio, non ha indicato dal 2007 il numero di civili uccisi. Lo Stato della Florida non produce alcun rapporto. Pertanto, abbiamo una visione limitata della portata delle uccisioni di polizia negli Stati Uniti.  A causa della mancanza d’informazioni, non sappiamo quale percentuale di queste vittime siano afro-americani o latine. Ma sappiamo che gli afro-americani devono sottoporsi a un numero sproporzionato di "incontri" con la polizia. Così, si può stimare che la stragrande maggioranza dei morti sono pelle nera o marrone.
Se una cosa del genere fosse avvenuta in un altro paese, si sarebbe chiamato per quello che è realmente: un abuso spregevole di qualsiasi concetto di diritti umani e civili; recanti tutti i segni di uno stato di polizia, autoritaria, dove omicidi e abusi commessi da rappresentanti dello Stato rientrano nella categoria della perdita e dell’introito.   E il deficit è abbastanza alto. La sola Chicago ha speso 500 milioni dollari negli ultimi dieci anni per raggiungere un accordo o pagare un’azione legale a causa della brutalità della polizia nel processo di "morte ingiustificata". Nello stesso periodo, gli accordi giudiziari in processi per la brutalità della polizia o "morte ingiustificata" contro la polizia di New York, ha raggiunto una media di 100 milioni di euro l’anno, superiore a un miliardo di dollari. Qualsiasi altra istituzione pubblica che ha questo tipo di deficit di bilancio, ridurrebbe i servizi o li chiuderebbe. Quando il Consiglio di Chicago ha dichiarato che il suo deficit aveva raggiunto un miliardo di dollari, chiuse semplicemente 52 scuole pubbliche e non tornò indietro.

La polizia, però, è un’istituzione intoccabile negli Stati Uniti. In realtà, è l’istituzione pubblica che opera in ragione del ruolo essenziale di gestire, in modo certo, le conseguenze economiche, sociali e razziali della disuguaglianza nei quartieri dei neri poveri e le classi operaie.

L'eredità persistente della schiavitù

Le ribellioni e il movimento contro il terrorismo della polizia negli Stati Uniti non hanno fatto che amplificare il grado di violenza che lo Stato invoca nel mantenere l'ordine nelle città. In tal modo, si dimostra anche la debolezza anemica della ripresa economica negli Stati Uniti e la drammatica esclusione dei neri dalla nuova “opulenza”.
Ad esempio, la zona di Baltimora, dove Freddie Gray è stato incriminato, arrestato e poi ucciso dalla polizia, è uno delle più povere in tutta la città:
Il 21% sono disoccupati;
Il 25% degli edifici sono abbandonati e sono in condizioni deplorevoli;
L'aspettativa di vita è di sei anni in meno rispetto al resto della città;

Ufficialmente, il 30% vive in povertà;
La mortalità infantile è due volte superiore a quello della città nel suo complesso.
La povertà e la disuguaglianza degli abitanti di Sandtown, a Baltimora, è un indicatore di ciò che sia la vita urbana e nelle periferie delle grandi città per milioni di afro-americani che sono stati relegati al mondo di bassi salari e lavoro precario. Walmart (la compagnia del più grande supermercato del mondo) è il maggiore datore di lavoro dei neri statunitensi. Mentre il governo di Obama fa gargarismi con la ripresa dell'economia statunitense, raramente la maggior parte dei neri la sperimentano.

Il tasso di disoccupazione nera è ancora all’11%, mentre per i bianchi è stata ridotta al 5%.
La povertà, a livello nazionale, ha raggiunto il 30% dei neri.
Il 33% dei bambini neri, vivono in povertà ma questa cifra è del 55% per i bambini neri sotto i cinque anni.

Forse il più significativo indicatore dell’estremo razzismo della società statunitense e le conseguenze sociali che produce, può essere misurato dal fatto che il tasso di suicidi di bambini neri (tra 5 e 11 anni) è raddoppiato negli ultimi 20, mentre nei bambini bianchi è una statistica quasi impercettibile.

In altre parole, indipendentemente dai criteri, gli afro-americani statunitensi, hanno una minore qualità di vita dei bianchi. Questa è l'eredità della schiavitù e di Jim Crow tanto al Sud quanto al Nord, in un paese che ha storicamente confinato i neri nei quartieri poveri, nelle peggiori condizioni abitative e nelle peggiori scuole e posti di lavoro e con i salari più bassi. Questa storia della discriminazione razziale intenzionale continua oggi nella forma di vita dei neri, anche se il razzismo contro i neri non è legale o socialmente accettabile. Anche se il razzismo non è giuridicamente accettabile negli Stati Uniti, rimane in gran parte nei luoghi di lavoro, nell'accesso ai "buoni posti d’impiego" e alle risorse necessarie per migliorare le condizioni di vita.Nel frattempo, si sostiene che la povertà nelle comunità nere sia dovuta al fatto che i neri sono pigri, irresponsabili, e vivono dell’assistenza pubblica. Perciò si stabiliscono le condizioni, affinché i quartieri neri abbiano una maggiore vigilanza e controllo da parte delle "forze di sicurezza". Questo si combina con decenni di "guerra alla droga" (2), così come con le centinaia di strategie di carcerazione di migliaia di giovani neri e latini, uomini e donne, per frenare possibili disordini, mentre si fomenta il razzismo contro i neri. Questo, tra le altre ragioni, spiega perché le comunità nere siano stigmatizzate negli Stati Uniti.


Il “mantenimento dell’ordine” e i bilanci comunali.


Questo fenomeno è attualmente in corso.  E’ stato aggravato dalla svolta neo-liberista del “mantenere l’ordine” negli Stati Uniti. Non basta chiamare la polizia per reprimere e arrestare, ma per applicare la PV (multa di stazionamento, atteggiamenti, ecc.), che sono diventate una fonte importante di reddito per le città. La riluttanza di incrementare le entrate del governo attraverso le tasse ai ricchi, è compensata da un aumento della percentuale di entrate statali e municipali in questi ultimi anni. A Ferguson abbiamo appreso che alcuni degli scontri tra la polizia e la popolazione erano dovuti al fatto che la città si basa su multe e tasse come seconda fonte di reddito comunale. Ferguson, ha avuto, in media, tre PV per famiglia, con un conseguente accumulo di centinaia di dollari in multe pagate dalle famiglie della classe operaia. Ciò corrisponde a uno spostamento del carico fiscale verso i poveri e la classe operaia. Quando queste multe non sono pagate, ha inizio un’odissea giudiziaria difficile da risolvere per la gente comune a causa dell’insopportabile costo.
Quando la polizia di New York ha rallentato il lavoro (sciopero contro le multe, tra le altre cose), perché il sindaco ha timidamente criticato la polizia, dopo che un nero fu strangolato dalla stessa, la crisi ha rivelato l'entità della dipendenza della città verso la polizia, non solo per proteggere la proprietà privata, ma per espropriare il denaro e i beni dei cittadini comuni, mediante un vasto sistema di multe e PV.
La città di New York, nel 2014, ha avuto 10,4 milioni dollari a settimana dai PV (circa 16.000). La città ottiene quasi un miliardo di dollari l'anno derivanti da procedimenti legali, sanzioni pecuniarie penali o sanzioni amministrative di là dai PV, che la polizia cataloga come violazioni alla “qualità della vita”. Questo, naturalmente, crea gli incentivi affinché la polizia punti contro le persone e interi quartieri come fonti di reddito per la città.  Gli “ incontri” di questo tipo con la polizia impressionano. Perché le persone penalizzate dal sistema giudiziario, affrontano problemi nell'ottenere o mantenere l'occupazione, mettendo la loro stabilità economica a rischio.
Gli studi hanno dimostrato che i bianchi con precedenti penali avevano una maggiore probabilità di essere chiamati per un colloquio di lavoro, che i neri senza precedenti penali.  E 'quasi impossibile per un nero con precedenti penali trovare un lavoro.


La nuova sede della "elite nera"

Questo è il contesto in cui il nuovo movimento esplose. In coincidenza con un periodo politico in cui il potere in mani negre non si era mai visto prima. Ciò espone ulteriormente le dinamiche razziali e di classe in questa crisi che vivono gli Stati Uniti. Oggi, c'è un presidente nero, un procuratore generale nero (Loretta Lynch) per non parlare delle migliaia di funzionari e rappresentanti eletti nelle città e stati della nazione. Il Congresso ha 43 membri neri, la cifra più alta nella storia americana. Ovviamente, uno strato di nero è stato completamente assorbito e integrato dal capitalismo americano, come il presidente, che può essere il più appassionato quando si tratta di denunciare gli americani poveri africani e le classi lavoratrici.

La sindaca afroamericana di Baltimora, Stephanie Rawlings-Blake (ricopre la carica dal 2010), dichiarò poco prima della rivolta "molti di quelli sono qui nella comunità nera, sono diventati compiacenti di fronte ai crimini di neri contro altri neri (...) mentre molti di noi sosteniamo le proteste, diventando così il volto attivo di fronte alla cattiva condotta della polizia molti sono anche coloro che voltano le spalle, quando siamo noi a essere uccisi”. Lei, come Obama ovviamente, si riferisce ai giovani della ribellione nera come “teppisti” e “criminali”, due parole che non sono mai state utilizzate dai funzionari bianchi di Ferguson.  Cioè, noi assistiamo a  come funzionari rappresentanti neri eletti, contribuiscano a stigmatizzare la vita degli afroamericani in termini che, i loro colleghi bianchi, potrebbero usare impunemente. Essi rendono i neri responsabili del loro destino attraverso una retorica che enfatizza la cultura, la morale e l'irresponsabilità dei neri come una fonte di disuguaglianza; è un discorso che nasconde il problema principale: il razzismo e il capitalismo. Il divario si sta allargando tra l'elite nera e la classe operaia nera ed è ritornata importante la questione della solidarietà di classe nel movimento. Storicamente, il movimento nero fu sempre inteso attraverso i confini di classe a causa della natura generale del razzismo statunitense. Ma mentre un gran numero di funzionari e rappresentanti furono eletti per governare città e periferie, dove, vivono i lavoratori neri diventa più profondo l’antagonismo che rivela il concetto di solidarietà tra tutti i neri. Quando la sindaca di Baltimora, ha mobilitato l'esercito per occupare i quartieri neri- mentre i bianchi potevano andare e venire liberamente, ignorando quasi la legge marziale imposta ai neri - l'idea che siamo tutti dentro, nello stesso lato della barriera, esplose nella lotta. Il silenzio del movimento operaio e la divisione razziale persistente nella società statunitense e nella percezione della polizia, fa sì che i lavoratori bianchi, non siano visti come alleati naturali dei neri nella lotta contro la polizia.
A causa del movimento ribelle, le cose cominciano a cambiare. Oggi, la situazione rispetto a quella esistente un anno fa, gli atteggiamenti generali sulla polizia negli Stati Uniti stanno cambiando. Dopo la rivolta di Ferguson, lo scorso anno, il 58% dei bianchi ha detto che la razza non ha avuto alcun impatto sul mantenimento dell'ordine, contro il 20% dei neri. Oggi, questa cifra si è portata al 53%.  Nel mese di gennaio 2015, il 56% dei bianchi erano convinti che i rapporti di brutalità della polizia siano stati incidenti isolati, oggi, solo il 36%, la pensa così. Queste cifre sono lontane da quello che dovrebbe essere, ma indicano che le accuse di violenza della polizia, risultato dell’attivismo del movimento hanno la capacità di erodere ulteriormente l'atteggiamento della classe operaia bianca sul razzismo e la "applicazione della legge ".


Estendere il movimento oltre i neri più colpiti.


Dovrebbe estendersi oltre i neri i più colpiti. Perché ciò accada e continuare ad avere un effetto, il movimento deve crescere. Dovrebbe estendersi oltre i neri che sono i più colpiti. Esso dovrebbe coinvolgere altri settori della classe operaia che soffrono anche il razzismo e gli attacchi della polizia: latini, arabi, musulmani, lavoratori senza documenti, donne nere e transessuali, i quali soffrono anche gli abusi della polizia ma passano sovente inosservati a causa della propensione della violenza contro gli uomini neri. Il movimento Occupy, principalmente bianco, tuttavia ha mostrato la velocità con cui lo Stato può passare a usare il razzismo per giustificare l'espansione del suo potere dimantenere l’ordine” e riprendere subito le sue nuove tecnologie di sicurezza contro ogni minaccia al sistema politico.  Occupy aveva rappresentato una minaccia, che è stato oggetto di grande violenza e abusi della polizia. Inoltre, è necessario fare uno sforzo per coinvolgere i lavoratori organizzati nel movimento, poiché i lavoratori neri rappresentano un numero molto alto di sindacalizzati. Possiamo immaginare le future azioni sul posto di lavoro contro la brutalità della polizia e le uccisioni. Devono essere però organizzate e difese, soprattutto, quando gli organismi ufficiali del movimento sindacale statunitense continuano a stare in silenzio sui temi del razzismo e della violenza della polizia. Questa è la base sulla quale un movimento molto più ampio contro il terrorismo della polizia, può organizzarsi per dare battaglia. Ma questo deve essere parte di una strategia. E 'solo una delle funzioni che deve compiere la sinistra organizzata nei prossimi mesi.

In conclusione (…) Nel mese di agosto si compierà il 50° anniversario della ribellione di Watts a South Central, Los Angeles. A dire il vero, siamo nel periodo del 50 ° anniversario della rivolta nera nel 1960, durante la quale più di 500.000 afro-americani si ribellarono, in primo luogo contro la povertà, la mancanza di dimora, e la brutalità della polizia. Sulle ceneri della Watts Ribellione, è nato a Oakland (California) il Black Panther Party (Black Panther Party). Come auto-difesa contro la polizia. Per se stesse, queste celebrazioni sono anche esempi della  capacità di recupero della lotta dei negri/neri contro il persistente terrorismo della polizia. Non è quasi mai utile, comparare le epoche: è molto meno utile osservare il passato e dire che nulla sia cambiato. Tuttavia, questi anniversari sono esempi di continuità tra passato e presente e ci ricordano che, in alcuni casi, il passato non è passato.



(...)

A l'encontre
(traduzione di Lia Di Peri)