mercoledì 6 novembre 2013

Le puttane sono proprietà degli uomini

Lidia Falcón




Trecento quarantatré intellettuali francesi, la crème de la crème dell'intellighenzia francese, hanno pubblicato un manifesto contro l'abolizione della prostituzione perché sostengono il loro diritto a possedere "la loro puttana ", e garantire che nessuna legge possa vietargli, il loro desiderio e piacere.
Considerato che, più di cento anni fa, si è tenuta la I Convenzione Internazionale contro la Tratta delle Bianche, approvata ipocritamente, da tutte le nazioni rappresentanti, tra le quali naturalmente (e ipocritamente) anche la Francia e che tutti i dirigenti politici e intellettuali dei paesi interessati – ipocritamente – appoggiarono; che la prostituzione, in quanto tale, a parte il rapimento, il traffico e l'abuso che accompagnano tale infame commercio è stata considerata dalle Nazioni Unite come un altra schiavitù, è davvero sorprendente il cinismo esibito da questi grandi uomini della Francia post – rivoluzionaria e colta, nel definire se stessi puttanieri e protettori rivendicando la proprietà della “loro puttana”.

Altri commentatori hanno insistito sulla tragedia della tratta di donne e ragazze, il cui commercio si esercita in tutto il mondo, e le terribili condizioni in cui le vittime sono esposte, vendute, date in prestito, picchiate e uccise, all'occasione.
Situazioni che non credo nessuno conosca e tanto meno questi illustri appartenenti al Parnaso francese, firmatari del manifesto, la cui intelligenza e cultura è sì brillante da abbagliare i semplici e incolti mortali.  Non mi soffermerò, quindi, su quest’argomento.

Perché la vera radice dell’ideologia e atteggiamento del patriarcato, dei quali i firmatari sono i rappresentanti più importanti, è che non gli interessa per nulla degli episodi di schiavitù, che comportano tanta sofferenza alle vittime. Le fondamenta dell’ideologia patriarcale sono costruite sullo sfruttamento e utilizzazione delle donne per il piacere degli uomini.  Quando tali illustri rappresentanti osano proclamare pubblicamente che non consentiranno che siano disturbati nel possesso delle “loro puttane”, stanno confermando uno dei più sacri principi del machismo: sono uomo e pertanto ho il diritto di disporre della donna come mi piace. Posso appropriarmi di una che mi serva in casa e mi fabbrichi figli, posso comprare un’altra donna, affinché soddisfi le mie fantasie sessuali, posso venderla per ottenere benefici dai servizi forniti ad altri uomini e (ovviamente) le disprezzo tutte.
L’uso strumentale della difesa del diritto delle prostitute a scegliere il “mestiere”, che serve a questi uomini per il loro diritto a una soddisfazione genitale venale, non nascondono altro che le convinzioni di cui sopra, che sono mascherate e truccate con le più moderne e accettate pretese: quella della libertà.
Nessuno di loro però si pone quale tipo di libertà, ha la donna che deve accettare l’utilizzazione del proprio corpo da parte di venti uomini il giorno, in cambio di denaro, la maggior parte del quale va agli sfruttatori.
Nessuno di loro, che sono tanto colti, tanto intelligenti, tanto pensatori, si chiede quanta libertà esiste nella coercizione della povertà. Perché, in realtà, la libertà delle prostitute è, ciò che meno gli interessa. Come non gli è mai interessato al patriarcato, ben dimostrato negli antichi e moderni testi di letteratura, di filosofia e di dottrina religiosa.
In questo manifesto, i firmatari cercano solo la loro libertà: quella di scegliere le loro vittime e farle oggetto dei loro istinti più volgari, senza che alcun gendarme della morale o della legge possa interromperli. Chiaro che de Sade dicesse la stesa cosa ed era francese ed è stato considerato dagli intellettuali eccelsi come un esempio di ribellione. Non so se questi signori ora vogliono emulare le gesta del Marchese che uccise prostitute gettandole dalla finestra, però ne ratificano le affermazioni ideologiche. Infine e alla fine, nei suoi scritti anche Sade osa difendere il piacere delle donne al rapimento, alla legatura, imbavagliamento, alle frustate, ai colpi, e alla continua violazione. Tutto ciò condito con lunghi discorsi moralisti contro la morale che condanna tali pratiche.


In questa brutta riedizione delle dottrine sadiche – i seguiti non sono mai migliori – in uno stile più volgare e borghese e meno strepitoso e aristocratico, con disposizione dei mezzi di comunicazione più potenti della storia umana, gli intellettuali francesi ci stanno dicendo “ Anche se siamo nel XXI secolo, non dimenticate che continuiamo a essere maschi, che vogliamo le donne per soddisfare i nostri istinti sessuali, che ciò che difendiamo non è la libertà delle prostitute, ma la nostra di godere con chi e come ci piace! E quindi abbiamo il diritto, anche se siamo brutti, vecchi e mal costruito, di possedere la nostra cagna ”.

I diritti delle prostitute non sono la loro preoccupazione.
In realtà, la questione trascendente dei diritti e libertà delle donne è, che tipo di sessualità domina questi uomini che rivendicano e si vantano di soddisfare la più profonda e bella pulsione umana con la schiavizzazione di una donna,
che per la maggior parte del tempo li odia e che si sottomette solamente per sopravvivere.
In verità, penso che, dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789, dall'Abolizione della Schiavitù, del 1848, dai Diritti Umani del 1948, dalla Convenzione Contro la Discriminazione della Donna del 1978, sia stata abolita l’ideologia che un essere umano debba appartenere a un altro.

Quanto sono antichi questi signori!

Lidia Falcón, avvocata, filosofa,giornalista spagnola.


blogs.publico.es

1 commento:

  1. Ma quand'è che le donne cominciano a difendersi dagli uomini? Un uomo è quasi sempre un pericolo pubblico perché manca di sensibilità e di rispetto per gli altri. La cosa peggiore è poi il fatto che attribuisce alla donna le sue stesse distorsioni mentali. E' sensuale ha voglie incontrollabili, che possono essere di natura sessuale o parassitarie come avviene, ad esempio con i politici, è servile con i potenti e violento e approfittatore dei deboli. L'uomo è privo di senso morale, è un totale fallimento, un totale aborto di natura.

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