lunedì 12 novembre 2012

Eliminare la misoginia

A Lima (Perù), gli attacchi contro la sindaca Susana Villarán, offrono lo spunto per una riflessione sull'odio di genere.

di  Rosa Montalvo Reinoso


Negli ultimi tempi siamo stati testimoni del trattamento di alcuni mass-media dei casi in cui erano implicate donne,come ad esempio, quello di Rosario Ponce alla quale sembra non sia stato perdonato di essere sopravvissuta in condizioni talmente dure nelle quali invece è morto il fidanzato. Se l'uomo è morto, come mai lei più"debole" vive, sembra essere la domanda che sta dietro la persecuzione di questa ragazza, che non solo ha rotto gli stereotipi di genere, rimanendo in vita, ma in più, affronta in modo altezzoso e quasi insolente gli assalti della procura, del padre del ragazzo, della gente influenzata dall'incalzare dei Media, da più di un anno e che fa del padre del ragazzo un eroe instancabile e in cerca di giustizia. Recentemente la magistrata María del Rosario Lozada, che secondo le dichiarazioni di Rosario, avrebbe detto che cercherà Ciro, (1)come se fosse suo figlio e con  questa agitazione le attività investigative sarebbero andate in direzione favorevoli al padre,ha aperto una nuova inchiesta, riportando il caso nei Media, da dove non era uscito del tutto.

L'ha uccisa perché aveva invidia del pene, come appare scritto nella sentenza per Abencia Meza, condannata a 30 anni di prigione con l'accusa di aver ucciso la sua compagna,reato che non è stato provato in tutti i suoi aspetti." Si stabilisce un primo movente passionale e si parla di una teoria molto discussa di Sigmund Freud: l'invidia del pene. Si presume che Abencia va in collera e decide di uccidere Alicia Delgado perché ha una relazione con un arpista  (Miguel Salas), perché possiede ciò che lei non ha ( un pene), per questo decide di ucciderla, (2) ha commentato l'avvocato della cantante in uno show televisivo, lasciandoci perplessi davanti a questa affermazione della perizia psicologica,eseguita da professionisti che sembrano vivere in epoca vittoriana.


A trent'anni di prigione è' stata condannata anche Eva Bracamonte per la morte della madre, senza che si sia potuto provare esattamente che aveva commesso il reato. Anche in questo caso, la giudice Carmen Choquehuanca aveva chiesto una perizia psicologica e psichiatrica per determinare il suo comportamento sessuale e se era predisposta a commettere crimini. Lesbofobia, manifestata nei comportamenti di coloro che sono stati incaricati della gestione della giustizia in alcuni casi, una chiara evidenza di misoginia in altri,come  nel caso di Rosario Ponce.

La misoginia, questa espressione di odio per le donne, che le considera inferiori,incapaci, anormali, incomplete, mostruose,sorelle di Pandora e prima ancora delle orripilanti Arpie, è una delle espressioni dell'ideologia patriarcale che nutre la nostra società e che si esprime su molti fronti, quasi senza che si noti,si metta in discussione, si rilevi. La misoginia non è esclusiva degli uomini, ma anche di molte donne. Rimproveri come quelli del congressista  Kenji Fujimori al Presidente fanno il giro e generano risate tra il pubblico: " Assuma la leadership e parli con voce più chiara e maschile"  gli disse in uno dei suoi discorsi al Congresso, sottolineando la visione che ha del femminile, senza autorità per il fatto di essere donna,essendo quindi necessario che si alzi la voce dell'uomo per far valere l'ordine stabilito.

L'ordine di genere è così radicato nella nostra mentalità che è molto difficile sottrarsi alla costruzione del femminile come inferiore e svalutato, perpetuando un ordine gerarchico,ingiusto, pagabile solo con la sofferenza, la violenza, mantenendo la sottomissione e bruciando le donne che mangiano la mela, in nuovi e moderni falò, immagini che fomentano il così vecchio,ma tanto vivo patriarcato.

La misoginia è quella che è dietro la ferrea opposizione all'approvazione del protocollo dell'aborto terapeutico,legale dal 1924 e che secondo il Piano per la Parità di Genere 2012-2017, viene lasciato in sospeso fino al 2017, perché incontra resistenza in diversi settori,la maggior parte dominati dagli uomini, che si arrogano le prerogative di controllare i nostri corpi,come se si trattassero dei loro territori. Misoginia è anche aspettarsi che le donne siano sottomesse, devote, riproduttrici fedeli della specie,assoggettate al potere maschile,schiave devote, figlie di Maria.


Per questo, quando una donna esce fuori dalla norma, cioè quando protesta, vuole rompere con una relazione violenta o partecipa a spazi considerati maschili è esposta a diverse forme di violenza, che vanno dalle aggressioni fino al femminicidio. Così abbiamo che,nel paese,secondo quanto denunciato da differenti organizzazioni di donne, due su cinque donne politiche  sono vittime di molestia e violenza politica. Il Centro della Donna Flora Tristán ha rilevato venti casi di aggressione a donne politiche a livello nazionale. Tra queste, l'assessora Ruth Paz,colpita dal sindaco Guido Ayerbe della provincia di  Cotabambas in Apurimac (3) o  Edita Laguna Zerpa,assessora di San Marcos aggredita da un gruppo di coloni alleati del sindaco congedato negli stessi uffici del Comune.(4)


Questa forma di espressione della violenza di genere,non si manifesta solo fisicamente ma forme più sottili, come obbligare ad esempio le consigliere a pulire i bagni o servire uno spuntino,perché queste sono funzioni da donna, insultarle per abbassare l'autostima, viene denominato molestia politica, che è definita nella legge boliviana come lo "atto o un insieme di atti di pressione,persecuzioni, molestie o minacce, commessi da una persona o gruppo di persone, direttamente o tramite terzi,contro le donne candidate, elette, nominate o nell'esercizio della funzione  pubblica-politica o contro le loro famiglie, al fine di ridurre, sospendere, limitare od ostacolare le funzioni del suo ufficio, di indurla o costringerla a eseguire, contro la loro volontà, un atto o un'omissione nell'esercizio sue funzioni o nell'esercizio dei suoi diritti. "(5)

Negli ultimi avvenimenti a Lima alla richiesta di revoca della sindaca,abbiamo visto gli insulti che le sono stati rivolti, chiaro indizio di misoginia collettiva, che ha la sua massima espressione in un gruppo di Facebook " Anch'io firmo per Q S Largue La Vieja Puta De Susana Villaran”,che per fortuna non ha molti seguaci, però ci serve per tracciare come nel caso delle donne la squalificazione che subiscono non riguarda le loro azioni nella gestione politica, ma le si accusa di essere qualcosa che nella società viene considerato abietto, che si riferisce non solo al sesso per denaro, ma alla mala-femminina. Questa espressione accompagnata in più da "vecchia", termine più usato nella rete dagli anoninmi oppositori, configura immagini che ci riportano a ciò che è indesiderabile socialmente, perché il disprezzo che circonda attualmente le persone anziane è in aumento. Si noti che il termine puttana, come espressione carica di misoginia è quella più comunemente usata contro le donne in politica o se escono fuori dal modello di genere o rivendicano i loro diritti. Sandra Fluke,una studente di Washington fu chiamata puttana dall'annunciatore radiofonico ultraconservatore Rush Limbaugh perché rivendicava la copertura sanitaria per la pillola del giorno dopo.
" E' per te, è per te, Cristina puttana, la puttana che ti ha partorito!" gridavano alla presidente argentina in una manifestazione. Puttana è chiamata anche Hilary Clinton in Rete, come anche Michele Bachelet ed ho l'impressione che nessuna donna politica si salvi da questa s-qualifica.

Nel caso della sindaca Susana Villarán sin dall'inizio del suo mandato è stato oggetto di espressioni misogine e di molestia politica da parte di un gruppo di oppositori che vogliono impedire che il suo governo dimostri ciò che le donne possono fare quando c'è impegno ed onestà. Ovviamente non si tratta di fronte alle donne di nascondere le eventuali incapacità, ma di analizzare come, in questo caso gli attacchi alla sindaca, che hanno raggiunto il culmine con la richiesta di revoca sono parte di un piano di destabilizzazione, che risponde  ad interessi politici ed economici,siano l'espressione della squalifica permanente, l'intenzione di minare il suo potere di decisione, di evitare che possa conquistare spazio politico in futuro e con essa altre donne che vorranno partecipare all'azione politica. Pertanto, questo processo di revoca a Lima non è solo una possibilità di combattere per sconfiggere gli interessi economici e politici, che stanno dietro alla richiesta di revoca del mandato,ma anche a sostenere l'eliminazione della misoginia individuale e collettiva che impera nel paese, nei mass-media,nelle reti sociali, nelle aule giudiziarie, nella Chiesa e nelle nostre case.

Note:
1) http://it.wikinoticia.com/lifestyle/socio-critica/98080-peru-la-morte-di-uno-studente-nelle-ande-divide-media-e-social-network


2)   L'avvocato di Abencia Meza: "Accusano la mia cliente con la teoria dell'invidia del pene" http://peru.com/entretenimiento/tv/abogado-abencia-meza-acusan-mi-client...

3) .http://grupoiniciativaanticorrupcionilo.blogspot.com/2012/02/regidora-fu...


4) http://www.primerapaginaperu.com/article/ancash/6804/1/print/

5) Legge contro la molestia politica alle donne, Assemblea Legislativa Plurinazionale
http://constituyentesoberana.org/3/leyesdecretos/042012/190412_1.pdf



La Ciudad de las Diosas

(traduzione di Lia Di Peri)