sabato 24 marzo 2012

Lorena Wolffer e la sua opera sul femminicidio di Ciudad Juarez

"Che il tuo corpo sia sempre uno spazio prediletto di rivelazioni"
Alejandra Pizarnik


Madrid - Il 3 marzo scorso nello spazio Matadero Madrid e dentro  il Festival Miradas de Mujeres ( Gli Sguardi delle Donne)  ha avuto luogo la giornata "Immagini estreme delle donne", in cui diverse artiste hanno utilizzato i loro corpi "come luogo di resistenza contro l'oppressione dei regimi totalitari o la violenza maschile ".

Film, tavola rotonda e performance si sono  succeduti nel corso della giornata in  questo evento organizzato dalla Fondazione Lydia Cacho e finanziata dal Ministero della Cultura spagnola.


Lorena Wolffer, artista messicana ha partecipato alla tavola rotonda e ha chiuso la giornata con la sua performance "Mentre dormiamo: il caso Juárez (2001-2004).

Sottilmente, senza mostrare la violenza Lorena Wolffer affronta il femminicidio  con un approccio triadico: le donne assassinate, rappresentate nella loro unicità, ma anche dalla comunità, che consenta l'identificazione con l'altra; gli assassini, sia come autori impuniti che come Stati complici, che danno voce a fatti con la neutralità passiva; il pubblico, che personifica  una società a conoscenza della tragedia del massacro contro le donne, ma che assiste solo guardando.

Un ripiano in metallo con due coperte scure e due asciugamani bianchi, un tavolo da obitorio, guanti in lattice e pennarello chirurgico. Sono gli elementi della scena. A questi elementi si aggiunge  il corpo della donna, centro della performance e da lì che iniziano a nominarsi le realtà.


CORPO COME LUOGO DA DOVE INTERROGARE IL MONDO

All'interno delle proposte artistiche femministe è frequente la riappropriazione del corpo (spesso oggettivato in arte) per esplorare in maniera dissidente e arricchendo i possibili universi della corporeità. Il corpo - ambito privato - diventa politico e serve quindi come una piattaforma per denunciare i corsetti che lo  limitano, le imposizioni e le violenze che lo incrociano, le possibilità lo moltiplicano.


Il corpo di Lorena Wolffer  ci mostra i corpi delle  molte donne: corpi colonizzati, aggrediti, sfruttati e uccisi dal patriarcato e dal capitalismo, che rivelano la barbarie del femminicidio, la loro complicità e i loro silenzi.


CORPO COME GEOGRAFIA : CORPO DI FRONTIERA.

L'immagine centrale della performance è evidente. L'artista, seduta sul tavolo dell'obitorio si presenta seminuda mostrando segni di lotta e di stupro. Mostra un corpo esposto che si riferisce alle Maquiladoras,ai corpi assassinati e violati in attesa dell'autopsia.

Una voce maschile, monotona e neutrale,descrive la condizione dei corpi uccisi (il colore dei vestiti, i segni di violenza, l'età, il nome della persona uccisa, dove è stato trovato il corpo ...). Sono storie basate sulle relazioni forensi di casi reali di femminicidi a Ciudad Juarez. Mentre si sente la voce fuori campo, l'artista segna con il pennarello sulla pelle  i colpi,i tagli e le mutilazioni che ognuna di queste donne uccise hanno sofferto. Il suo corpo inizia a trasformarsi in una mappa di vessazioni.

CORPO COME UNITA' : CORPO DI LUCE

L'ultima storia è di una donna che fu  strangolata con un asciugamano. L'artista copre il suo corpo con coperte e asciugamani fino a scomparire, proprio come il femminicidio che fa sparire le donne di fronte alla totale impunità dei responsabili e degli Stati.

Termina così la performance, nella completa oscurità, come    metafora del femminicidio, che cancella, spegne e distrugge i corpi e le vite delle donne. Ma il corpo di Lorena Wolffer è stato, almeno per un'ora- lucciola, luce.

Lorena Wolffer
Lorena Wolffer nasce in Messico DF nel 1971. Artista e attivista culturale, propugna la capacità trasformativa dell'arte e le sue proposte artistiche diventano un preciso impegno sociale, essendo completamente integrate nel pensiero e nella prassi femminista.

Il suo progetto più recente è Esposta: registri pubblici, in cui l'autore ha lavorato più di quattro anni. Questo progetto affronta il tema della violenza di genere, combinando azioni di strada, ricerca, azione partecipativa e installazioni.

Parallelamente ha sviluppato di progetti artistici in spazi pubblici, che, come dice l'autora stessa, derivano dall'"urgente necessità di produrre e incoraggiare un arte di circolazione pubblica che si sviluppi per /e all'interno dello spazio pubblico." Da questa prospettiva nascono opere come Inventario, inchiesta sulla violenza alle donne od Area di tolleranza.

Rileva il ruolo protagonista delle  perfomance  nelle sue proposte, come arte ribelle che le permette di "ricostruire il proprio corpo come ricettacolo metaforico di informazione  politica e sociale codificata".

Oltre ad avere una importante attività artistica è necessario porre in evidenza il suo lavoro come docente, promotora di arte sperimentale, co-creatora, co-sceneggiatrice e conduttora della rivista culturale televisiva la Scatola nera in  Once TV, così come il lavoro di consulente nell'ambito del Coordinamento e Diffusione Culturale della Universidad Nacional Autonoma del Messico.

Feminicidio

http://www.lorenawolffer.net/

(traduzione di Lia Di Peri)







venerdì 23 marzo 2012

Io sono centinaia di volte femminista: perché no?

Intervista allo storico della mascolinità, il cubano, Julio César González Pagés

di Ana María Domínguez Cruz Juventud Rebelde

" La donna deve badare alla casa, ai figli e al marito;l'uomo fa altre cose. E' sempre stato così, perché la donna è donna e l'uomo è uomo e nulla può cambiare questo". Così dice la madre alla figlia in una delle scene più forti del film cubano Ritratto di Teresa, del 1979. La protagonista impersonata dall'attrice Daysi Granados si scontra quotidianamente non solo con il marito Ramón - l'attore Adolfo Llauradó - ma con la società intera che costruita sui canoni della mascolinità,si aspetta da lei ciò che si aspetta da tutte le donne.

La doppia giornata, il lavoro fuori casa e in casa; le limitazioni dell'essere madre e sposa;le richieste della sua compiacenza e le zero possibilità di aspirare ai suoi sogni costituiranno motivo di lotta della protagonista del film, nello sforzo di cambiare quella realtà.

Tre decenni più tardi,anche se molto è stato fatto nel cammino per rendere la donna protagonista attiva della costruzione della società e della sua vita, persiste l'influenza dell'egemonia maschile creatrice di iniquità e violenza.

Così afferma il Dottor in Scienze Storiche Julio César González Pagés,al quale risulta contradditorio che il centenario del femminismo nel nostro paese,che si celebra quest'anno,non sia considerato una data celebrativa e, al contrario, passi quasi inosservato.

"Le donne possono esercitare il loro diritto di voto, ed essere titolari della patria potestà, divorziare se lo desiderano; assumere incarichi di direzione o politici e tutto questo insieme ad altri diritti che, oggi, fanno parte della nostra " normale" quotidianità, grazie alle molte donne, che nel mondo intero e anche a Cuba,dal 1912 hanno unito le forze per eliminare la diseguaglianza sociale".

Incomprese prima della Rivoluzione per la loro ideologia femminista, accusate di destabilizzare il regime e bollate tacitamente di omosessualità, molte a Cuba hanno difeso l'unità inter-settoriale al fine di soddisfarele loro richieste. "Perciò cento anni fa , crearono all'Avana tre organizzazioni di Suffragette Cubane e il partito Nazionale Femminista, mediante i quali affermare i loro diritti in una società che per patrimonio storico era - ed è - patriarcale e sessista",ha spiegato il coordinatore generale della Rete ibero-americana della mascolinità.

L'importanza del movimento femminista a Cuba fu tale - assicura  Pagés, da essere considerato il precursore di ciò che più tardi prenderà forma in America Latina.
" I congressi del 1923 e del 1925 della Federazione Nazionale delle Associazioni Femministe furono di massima importanza,perché nella Costituzione del 1940 presero corpo tutte quelle aspirazioni.
" Da sempre questa lotta femminista si sviluppò nell'unione, non solo tra le donne dei distinti settori e classi sociali, ma anche con gli uomini come Julio Antonio Mella, Rubén Martínez Villena, Juan Marinello, Miguel de Carrión e Carlos Loveira. Ciò ha permesso che nel 1959, quando trionfò la Rivoluzione,parte del cammino era già stato fatto.

"Avvennero altri importanti cambiamenti, grazie principalmente alla Federazione delle Donne Cubane che sebbene non fosse un'organizzazione dichiaratamente femminista,poneva in essere azioni di quella natura, i cui risultati sono oggi evidenti".

Non si tratta di riconoscere dal punto di vista storico - anche se a volte succede - il merito di queste femministe -ma che nella Cuba di oggi persiste dal punto di vista sociale, culturale e psicologico sia negli uomini che nelle donne, l'ideologia che sostiene il sessismo.


Abbattere il muro
Il femminismo,erroneamente indicato come " il sessismo della donna", fiorì nel tardo XIX secolo e all'inizio del XX e la sua essenza si fonda sull'eguaglianza dei diritti e dei doveri di uomini e donne nei diversi spazi.

Viceversa ciò che si riproduce nei modelli familiari da parte di uomini e di donne è ciò che genera la divisione tra azzurro e rosa per il bambino e la bambina, così come il gioco della casa delle bambole da un lato e dei soldatini dall'altro, la delicatezza e sottomissione nell'una, la ruvidezza e la superiorità, senza lacrime degli altri.

Pagés riferisce che la società non è cambiata abbastanza dal punto di vista socioculturale.

"La donna ha opportunità nel mondo di lavorativo, politico, pubblico, culturale, ma continua ad essere impegnata con il  ruolo nella vita domestica,apparentemente intrasferibile e limitante per tutto il resto. Continua ad essere indicata, anche nei mass-media, come la subordinata al "maschile" e continua a subire  la condanna sociale, quando si tenta di modificare i loro ruoli.

" Pro-vengo da una famiglia particolare, lo confesso, e forse per questo trovo difficile essere parte di questo. Mia nonna materna era attivista in una organizzazione suffragista. I miei genitori,migranti spagnoli, hanno sostenuto un modo di vita, soprattutto dalla prospettiva di mia madre, segnata da questa condizione. A sua volta, eravamo cinque figli maschi e ci hanno educati all'equità alle pari opportunità, decisioni e responsabilità, a prescindere dal genere.

"Più tardi, durante gli studi universitari aumentò il mio interesse per le questioni relative a queste differenze di genere, modelli e influenze e, oggi, sono orgoglioso di aver contribuito dalla scuola come insegnante, alla formazione di una coscienza antisessista nella maggior parte dei miei studenti. "

La famiglia è il nucleo di tutto quello che si vuole  costruire,dichiara  l'autore di 'Macho, Maschio,Maschile' ed è in questa che il pregiudizio si fa strada, e, poi, nella scuola e nella comunità.


"L'equità, piaccia o no, si costruisce dalla vita quotidiana, non dai regolamenti o decreti che, quantunque progressisti e vitale, non possono impedire la riproduzione delle fobie e dei concetti ambigui dell' istruzione e cultura. In realtà, c'è di fatto da un decennio la modifica della legge sulla maternità, che stabilisce che i padri possono anche optare per i congedi di parternità per occuparsi dei propri figli. Tuttavia, quanti  uomini nel paese l'hanno accolta?

"Ha a che fare - ha dichiarato -  con il modo in cui educhiamo i nostri figli, con il modo di concepire i prodotti della comunicazione, che  offre un'immagine della donna erotizzata o vampiresca o, al contrario, sottomesso e pura;con  il nostro modo di guidare le relazioni di coppia e, infine, con il rispetto per gli  altri ", .

- Si considera un femminista?

Sì, certo, lo sono e nell'anno del centenario mi dichiaro cento volte femminista, se  è necessario : perché no?
Condivido un'ideologia che dà uguali diritti e doveri indipendentemente dal genere, è per questo che chiunque la pensi così è femminista anche se uomo o donna.

"Quello che succede è che il termine fa  paura e ciò che è davvero difficile è non essere sessista in un mondo costruito come tale. A Cuba, inoltre, vi è una disconoscimento  diffuso  circa termine, l'ideologia, le proposte. Non solo perché non è incluso nei Curricula delle carriere  come Storia e Filosofia,il che mi appare inaudito, ma anche perché lo radicalizzano molto ed i modelli si riproducono quotidianamente

"Lavoro su questi temi dal 1987 e anche come professionista sono abituato al  'sabotaggio', diciamo cosi, sia per fatto di essere un uomo, perché in questa radicalizzazione del pensiero non è consentito mettere in discussione la virilità e  sia perché anche le donne, in molti casi, sostengono che sono femmine ma non femministe ", sottolinea Pages.

E' tempo che il Paese la pensi diversamente -  aggiunge il consulente delle Nazioni Unite  per le questioni della  mascolinità e della violenza in America Latina -  è un buon momento perché si sollevi il dibattito sui diritti, piuttosto che sui ruoli, fatto  imprescindibile a favore  delle donne che hanno iniziato questa lotta decenni fa, e per quelle  che ancora soffrono per la mancanza di aspettative.

"Se noi lo proponiamo, Cuba può colorarsi di viola, che è il colore che identifica il femminismo (...).
"Qualsiasi area in grado di sviluppare una buona proposta - ha concluso lo storico - così come fa la cantautora cubana  Rochy, che  con il suo  progetto Tutte controcorrente, pone  le basi della cultura della pace attraverso la musica,può eliminare gli stereotipi e combattere contro la violenza di genere. Possiamo farlo, e così saremo sostenitori del femminismo, una delle carte vincenti per realizzare una società più giusta, più equa e meno traumatica".
 

Genero con clase

(traduzione di Lia Di Peri)








                                                       

mercoledì 21 marzo 2012

Donne malvagie

 da Virginia Vidal 

 Non molto tempo fa, donne cilene dipinsero dei murales per denunciare la brutalità dei mariti che le picchiavano. Questi murales risvegliarono, commossero, fecero infuriare. Avevano disegnato sul muro tutta la storia della violenza familiare. Che denuncia! Misero l'immaginazione e il talento creativo al servizio della causa.

Quella eloquente azione di arte populare mi ha ricordato quando partecipai nel 2003 al Congresso delle Donne Cattive ( Università "Fernando Pessoa",Oporto), felice iniziativa della docente Ana María Toscano, nel quale parlammo delle donne come agenti criminali nella storia e nel mito.

Per molti, basta sentire  "Congresso di Donne" per riferirsi ad un" Congresso di Cattive Donne". Né più che vedere la definizione di donna nel Dizionario del Diavolo:
Compagna dell'uomo descritta da Aristole "maschio mutilato" e da Bossuet come " diminutivo di Adamo"
Le donne furono accusate non solo di essere responsabili della Caduta, ma dai teologi e clericali misogini come attiva alleata del Maligno:

Tertulliano, III secolo: " Donna, tu sei la porta del diavolo. Tu hai toccato l'albero di Satana e sei stata la prima a violare la Legge Divina ( De Cultu feminarum).

Per Bernard Morlas, monaco del XII secolo,questa "leone di Satana" non è altro che una bestia.

Per San Pier Damiani, la donna è veleno per le anime, sanguinaria insaziabile e tigre assetata.

Odon, abate di Cluny si chiede: " Come possiamo desiderare di abbracciare a questo sacco di fiele?".

Secondo San Tommaso d'Aquino è " creatura occasionale ed accidentale"

Secondo Lammenais, " statua vivente della stupidità"

Per Michelet, " femmina deriva da fe e mina che vuol dire meno".

Per i teologi è comune dire: vulva infernale quando si riferiscono al sesso della donna considerandolo vagina castatrice, bocca dei vizi.

Secondo Sprenger, tutta la stregoneria proviene dal desiderio sessuale insaziabile nelle donne.

Inutile dire che  questi santi uomini trovano la donna scabrosamente affine al serpente,la cui qualità erettile simboleggia la voluttuosità. Però l'essenza diabolica femminile affonda le sue radici nell'orgine stessa della vita sulla terra.

Parlare di "la donna" nella storia e nel mito come agente del reato creerà una base errata, perchè non c'è una donna per antonomasia, ma le donne.Ciascuna rappresenta non solo gli interessi el tempo e della società nella quale vive, ma difende anche il potere e se può lo esercita come qualunque uomo. Esempio meraviglioso e tragico, la deputata Phoolan Devi assassinata a Nuova Delhi nel 2001, che lottò fino alla fine per i diritti dei più diseredati.
Per affrontare il tema è interessante tenere in conto alcuni miti,perché fanno parte del ricco patrimonio della memoria e dell'immaginario collettivo (ciò che Freud chiamò inconscio e Barthes 'l'immaginario").

Di Lilitu, la sumera, se ne appropriarono gli ebrei e la trasformarono in Lilith, l'autentica prima donna, fatta di argilla, come Adamo e destinata ad essere la sua inseparabile compagna. Uniti fisicamente - l'unità platonica - prima di Platone - precedente ad Eva. Realmente siamesi, una contraddizione insolubile li obbligava a vivere in perpetuo conflitto. Lilith non sopportò più le ammaccature, le sassate  e gli aghi pungenti conficcati nella schiena e voleva mettersi alzata.
I due personaggi si combattevano continuamente fino a quando Lilith si ribellò e pronunciò la parola che gli permise di staccarsi da lui. Questa non è una parola qualsiasi: Lilitu aveva scoperto il nome segreto del Creatore,dell'Innominabile e lo pronunciò. Per questo fu punita.
Così il primo atto di ribellione fu la parola, la parola che nomina, che nomina la divinità.
Parola contro parola, contro Lilith si esercita un altra punizione: la si condanna ad essere cancellate dalle Sacre Scritture, per essere stata la prima che utilizzò la parola per rompere le catene dell'oppressione. La si punisce facendo sparire il suo nome dalla memoria collettiva. Accenna ad essa solamente la letteratura rabbinica che la riporta all'ancestrale dea di Babilonia e la chiama Lilitu, creatrice di lussuria e la rappresenta come immagine di demone femminile.
Lilith, la sua ribellione e la sua condanna sono il più grande esempio della manipolazione che opera il Potere nel trasformare in una malvagia la ribelle, demone- femmina, per cancellarla finalmente dalla storia della creazione.

Kaosenlared.

(traduzione di Lia Di Peri)