sabato 18 febbraio 2012

19 marzo: Giorno del Padre Egualitario

Undici organizzazioni e collettivi di uomini spagnoli difensori dell'uguaglianza di genere e di responsabilità condivisa hanno nominato la giornata del 19 marzo come " Giorno del Padre Egualitario".

In una conferenza stampa le organizzazioni hanno dichiarato che in quella data rivendicheranno anche i permessi di maternità e paternità eguali, intrasferibili e pagati dalla previdenza sociale al centro per cento.

Le associazioni di Hombres por la Igualdad de Género (AHIGE), Codo a codo, el Foro de Hombres Igualdad, Heterodoxia, Hombrecitos de madera, Homes Galegos pola Igualdade, Homes Igualitaris (Ahige Catalunya), Nous Homes de Sabadell, Prometeo, Red de hombres Igualdad y Stop Machismo hanno spiegato che l'idea di unire le loro forze servirà " per raggiungere meglio gli uomini ed essere in grado di coordinarsi con i movimenti delle donne nel cammino per la parità" e si è prodotta dopo la celebrazione nell'ottobre scorso del I Congresso Iberoamericano della Mascolinità ed Equità  a Barcellona.

Queste organizzazioni rifiutano l'esercizio del potere patriarcale, promuovono la corresponsabilità e le cure condivise di persone non autosufficienti e anziane, stimolano la paternità responsabile e si impegnano per la co-educazione nella comunità e per un linguaggio egualitario.

Inoltre, difendono le quote paritarie, propongono di rivedere le espressioni della loro sessualità fondata sul dominio " per godere di una sessualità libera, rispettosa e consensuale" e sono favorevoli a promuovere il miglioramento della salute fisica ed affettiva degli uomini.



traduzione di Lia Di Peri







giovedì 16 febbraio 2012

Svezia: Sterilizzazione in cambio di DNA

Una vergognosa campagna del Governo svedese per mantenere la sterilizzazione forzata delle persone trans che chiedono di cambiare il loro nome e il sesso nei documenti ufficiali.



Alcune ovvietà sulla Svezia: è il paese di Bergman, di Larsson e Salander; è il paese da dove arrivavano i turisti per scoprirsi e dell'intero paradigma della -sempre più - sospirata crescita dello Stato sociale. E' lo Stato che si suppone sia all'avangiardia di tutto. Per questo forse è più sorprendente che esiga la sterilizzazione forzata e irreversibile delle persone trans che chiedono di cambiare  il sesso e il nome sulla loro carta d'identità.
 La legge precedente è del 1972, quattro anni prima che il Governo svedese abolisse formalmente le norme che giustificarono la sterilizzazione nel paese per decenni. La passione per la eugenetica in Svezia si è trasferita alla collettività  trans e qui continua,precauzioni comprese: a chiunque proceda a cambiare i suoi dati nel registro civile è vietato congelare i suoi gameti per poterli utilizzare nella riproduzione assistita. Qualunque possibilità di paternità o maternità biologica di un/una trans in Svezia, viene annullata. Senza contare che la modifica nel Registro non viene accettata se il soggetto non si sia sottoposto al completo intervento chirurgico. Non solo devi esserlo, ma devi apparirlo. Totalmente.

La situazione svedese ha portato organizzazioni come All Out o Human Rights Watch (HRW), a lanciare campagne di sensibilizzazione per chiedere al Governo di abolire la legge.Era già stato fatto in precedenza con il governo olandese. Il dibattito si divide tra l'incudine ed il martello, dato che uno dei partiti che sostiene il governo, il minoritario partito della Democrazia Cristiana,è arrocata nella difesa dell'attuale legge con il classico motivo dell'"interesse dei bambini".

Genitorialità o identità.

Questa è per il momento la questione. Un dilemma che secondo HRW non è assimilabile: " La legge svedese crea disagio nelle persone trans che hanno deciso di non sottoporsi all'intervento chirurgico genitale per ragioni personali,che possono avere semplicemente il desiderio di essere genitori. I dati nel documento di identificazione possono non corrispondere alla attuale identità o apparenza, il che comporta che queste persone subiscano umiliazioni pubbliche, le rendono vulnerabili alla discriminazione e crea loro una grande difficoltà a trovare il lavoro.

La legge spagnola si rifà alla svedese.

Coloro che sostengono la campagna svedese citano la legislazione spagnola come esempio. Dal 2007, il cambiamento ufficiale si ottiene se il soggetto trans accetta di sottoporsi ad un trattamento ormonale per almeno due anni. La scelta del termine non è casuale. Secondo quanto spiega David Molina di Sidewalk e di Transmaricabollo 15M, gli endocrinologi ritengono che quello sia il periodo normale nel quale si produce la sterilità del 'paziente'. Paziente, perché ha dovuto anche sottoporsi ad una valutazione psicologica per stabilire che soffra di un'infermità mentale: la disforia di genere. Sembrerebbe che la legge spagnola si rifaccia alla svedese, anche se non proibisce il congelamento dei gameti per tentare di diventare in seguito  padri o madri biologici. Si, certo, ma solo privatamente e a pagamento.

Non è un'infermità.

Il dibattito che sta alla base è da sempre la de-patologizzazione delle persone  trans. Ed è qui che si arriva il paradosso. Mentre lo Stato spagnolo la vede come una malattia, la Svezia insiema alla Francia, dal 2011, non la considera una patologia. Da un pò di tempo il clamore per togliere l'identità trans dai manuali medici e psichiatrici si è esteso fino al Parlamento Europeo.
Secondo HRW, nel 2010 il Consiglio Europeo ha raccomandato agli Stati membri di rivedere i loro requisiti,inclusi i cambiamenti di natura fisica, richiesti per la modifica legale di sesso, al fine di evitare " gli elementi abusivi".
L'idea è che il cambiamento nel Registro deve essere " veloce, accessibile e trasparente". A quanto pare lo Stato spagnolo, non può cantare vittoria nella conquista dei diritti dei/delle trans.

Gran parte dei collettivi  chiedono la completa abolizione dei requisiti per il cambiamento nei Registri.
Molina riassume: trattamento ormonale libero e gratuito. E sempre con accompagnamento, informazione sugli effetti del processo e l'assistenza sanitaria pubblica e di prossimità. E, naturalmente,eliminazione del certificato di 'disforia' che stabilisce che l'individuo ha una patologia.
Come hanno spiegato i sociologi dell'Università Autonoma di Barcellona,Miquel Missé y Gerard Coll-Planas, in uno dei loro ultimi lavori: " Si tratta in particolare di rivendicare che le persone trans, nei trattamenti medici che si possono richiedere, sono soggetti attivi, in grado di decidere per se stesse; si tratta di rivendicare l'autonomia e la resposansibilità sui propri corpi, di prendere la parola per parlare delle proprie vite,cosa che finora hanno fatto solamente i medici".

In definitiva, non è una questione di apparire. Solo di essere. Liberamente.


I giorni dell'Eugenetica

Sterilizzazione forzata : una pratica comune.

Il caso svedese dovrebbe ricordarci che le sterilizzazioni forzate costituirono una pratica comune in molti paesi in tutto il XX secolo per evitare che individui con caratteri genetici " difettosi" o "indesiderabili" si riproducessero. Hitler, il più conosciuto propugnatore dell'eugenetica in Europa, affermò che si era ispirato alla politica statunitense per i suoi programmi di sterilizzazione.
All'inizio di quest'anno è stato reso pubblico che il Nord Carolina sarà il primo Stato nordamericano che risarcirà le vittime delle sterilizzazioni forzate con un indennizzo di 50mila dollari. Complessivamente furono sterilizzate con la forza in quello Stato, 7.600 persone, fino al 1976.
 In tutti gli Stati Uniti, circa 65mila persone subirono questa pratica eugenetica dagli anni '20 fino al 1981,quando si ebbe l'ultima vittima.
Le vittime erano persone con alcune disabilità mentali,malati mentali,sordi, ciechi, criminali, ma soprattutto, persone povere. Donne, nere, povere. Per esere più esatti. Come ha denunciato l'attivista Angela Davis, in molte occasioni sono state sterilizzate senza il loro consenso, compresa l'assenza di consapevolezza di essere ospedalizzate per altre cause, se non quella di partorire.

Con la stessa finalità ispiratrice di porre fine alla povertà e con i futuri poveri, più di 300mila donne, per lo più donne indigene Quechua furono sterilizzate in Perù tra il 1995 e il 2000 sotto il governo di Alberto Fujimori, grazie ad un programma di sanità pubblica finanziato a livello mondiale.

Le donne gitane sono state attaccate nella stessa direzione in Cecoslovacchia dal 1973 al 1990.

Canada, Giappone, Australia,Norvegia, Finlandia, Estonia, Slovacchia, Svezia, Svizzera, Islanda, Panama e Porto Rico sono alcuni dei paesi che hanno promosso programmi di sterilizzazione.

Diagonal periodico

(Traduzione di Lia Di Peri)




martedì 14 febbraio 2012

14 Febbraio: L'amore romantico uccide!

Consideriamo e analizziamo l'amore romantico, non semplicemente come sfera del sentimento, ma come costruzione culturale, parte fondamentale del sistema di potere tra i generi,che relega le donne in un ruolo di subordinazione, di mancanza e di bisogno.
A questo proposito dobbiamo mettere in discussione i modelli relazionali nella sfera privata e personale, così come si fa nella vita sociale,lavorativa, ecc., essenziale per poter de-costruire i ruoli di genere etero-normativi e costruire nuove identità di genere, autonome,diverse,egualitari, così come stabilire relazioni sane, in libertà, con autonomia da una prassi affettiva orizzontale non basata sul potere, la dipendenza, il controllo e la soggezione di una persona ad un'altra.

Nella cultura occidentale moderna e contemporanea, l'amore romantico e la sua forma classica di espressione di coppia eterosessuale, nuclare e deputata a costruire e preservare la famiglia, è il fondamento non solo sociale ed economico ma anche psicologico della subordinazione delle donne.Suggella ed interiorizza il confine tra pubblico e privato, limitando le nostre azioni, il sentire e l'esistere solo a quest'ultima sfera.
 Allo stesso modo,il paradigma dell'amore romantico è alla base dell'addomesticamento sessuale delle donne e di tutti i soggetti non etero-normativi, in modo da farne derivare (purtroppo, ancora oggi) il controllo sul nostro corpo.

Inoltre, a questi assi di subordinazione, si aggiunge il consumismo e lo sfruttamento economico del sistema di genere, come per esempio, interiorizzare in noi che amare = comprare per San Valentino ( quanto più ha valore il regalo, tanto più ti desiderano).

L'amore romantico si fonda anche sulla idealizzazione della felicità dipendente. Si ritiene che non possiamo assumere la nostra vita affettiva verso noi stesse, costruendo la nostra felicità, senza che non vi sia dipendenza esclusiva da altre persone. Ipotecando la nostra felicità affettiva in direzione dell'altro : " sono felice, perché tu sei con me".

Non stiamo ipotizzando che tutte le donne ( o le persone) siamo uguali con gli stessi orientamenti, desideri e modi di esprimerli e realizzarli. Al contrario affermiamo la necessità e il valore dell'empatia,cura ed affetto tra le persone (e verso una, in primo luogo), in modo libero.

Noi mettiamo in discussione la presunta mancanza che sta alla base della teoria della dolce metà (ciascuna di noi è una persona intera, non abbiamo una metà che ci completi). Così come mettiamo in discussione e rifiutiamo questo relegare la donna alla sfera dei sentimenti e della cura, come forma naturalizzata ed inevitabile dell''essere'( in funzione e per l'altro) a meno che non si voglia incorrere nell'esclusione sociale (stigma - discriminazione/violenza) o psicologica ( salute mentale)
Non dimentichiamoci che l'amore romantico uccide: sono tantissimi ad oggi i femminicidi compiuti in ambito sentimentale e familiare.

Con questa azione intendiamo creare dibattiro e riflessione su uno dei fattori (l'amore romantico) più radicati che sostenta le situazioni di violenza di genere.
Questo modello amoroso fondato sull'amore " passione e sofferenza" e altri miti costruiti dalla nostra cultura occidentale, emerge in particolare nell'educazione sentimentale delle donne. Molte assumono questo modello strutturando le loro vite intorno alla conquista dell'amore, trasformandolo nello scopo delle loro vite.
La gravità delle sue conseguenze ci porta a fare un'analisi critica di questo modello ed a cercare di smontarlo per permettere relazioni affettive alternative che non creino sofferenza e/o dipendenza e che rispettino la nostra individualità.

Per tutto questo e perché il personale è politico, vi invitiamo (tutte e tutti) a visibilizzare, mettere in discussione e rifiutare l'eterosessualità normativa, la dipendenza, i ruoli e le necessità predefinite, per poter costruire, sperimentare ed esplorare relazioni affettive in funzione dei nostri desideri, orientamenti e fantasie, nel rispetto della nostra autonomia e nostra cura.

Proponiamo di stampare gli adesivi che trovate nel nostro blog e incollarli nei prodotti di "San Valentino", tipo : bottiglir di vino, scatole di cioccolatini, ecc. ma in modo che si possa pagare il prodotto tranquillamente alla cassa e far arrivare il messaggio a casa.

Diffondi, Condividi e soprattutto goditi con ironia e ribellione questo 14 Febbraio.
 warmi kusisita
(traduzione di Lia Di Peri)