giovedì 25 ottobre 2012

Donne che erano bambine in carcere

Durante la dittatura fanchista la Sezione Femminile sottopose centinaia di bambine a maltrattamenti, percosse, test medici e altre aberrazioni.

Alicia García, Ángela Fernández y Chus Gil fueron internate nel Preventorio de Guadarrama. Foto: David Fernández.

"Nel settembre del 1957, mia sorella, che aveva dieci anni, ed io otto,fummo portate al preventorio (sanatorio) di Guadarrama. I nostri genitori ci portarono lì su consiglio dei capi di mia madre. Le dissero che era un posto molto carino per passare le vacanze" -  ricorda Alicia Garcia Romera.
" Dopo 55 anni  rincontro con tutto questo.Ora so che tutte le ragazze che sono passate per il preventorio di Guadarrama hanno subito le stesse torture "spiega Alice, che da un anno e mezzo ha cominciato ad indagare.  Oggi sono più di 200 le donne che hanno rivelato che da bambine hanno passato da tre a sei mesi nel cosiddetto preventorio di Guadarrama,un edificio situato in montagna, dove erano  sottoposte ad un sistema carcerario  tra maltrattamenti e torture, rimasto in funzione fino al 1975. I cosiddetti sanatori furono creati dal regime franchista come posti dove si "prevenivano le malattie". Si diceva che "il contatto con l'aria fresca delle montagne" impediva il contagio di infezioni alle bambine, in particolare la tubercolosi.

Catturare e rieducare le bambine

" La maggior parte delle bambine erano intercettate nelle scuole da una signorina della Sezione Femminile che dava lezioni alle bambine sul bene che ne proveniva se si andava lì" I militanti  di questa organizzazione franchista reclutavano le piccole con la scusa che, lo Stato, le portava in vacanza. “ Lo facevano passare come una colonia della quale le ragazze potevano goderne. Altre volte i medici lo raccomandavano alle piccole per farle ingrassare ”,spiega Alicia. La sua storia e il resto delle esperienze dielle altre detenute è stata ricostruita grazie alle reti sociali.  Insieme, queste ragazze, oggi adulte hanno messo in comune questa esperienza.

Quando Alicia ha cominciato a cercare informazioni ha scoperto un sito nel quale vi erano già 50 testimonianze come la sua. Chus Gil, ha creato una pagina su  Facebook dove sono circa 200 le donne che raccontano quei terribili giorni della loro infanzia. " Adesso sappiamo che ci furono bambine tra i quattro e i quattordici anni. Ci mettevano in quel enorme recinto e non ne uscivamo più. Neppure, quando i nostri genitori venivano a farci visita,pur essendo in montagna e vicino alla città di Guadarrama. A quel tempo mai andammo in strada". Il soggiorno minimo era di tre mesi, anche se alcune ragazze restarono più a lungo.

Disciplina e ordine

La prima cosa che fecero quando arrivammo fu la "disinfestazione". Ci spogliavano e ci mettevano una polvere in tutto il corpo ed anche in testa, dove ci mettevano uno straccio che dovevamo indossare per due giorni" - racconta l'ex internata "Nude ci mettevano in fila. Molte erano bambine, ma altre erano adolescenti, avevano vergogna e cercavano di coprirsi.Gli accompagnatori ci lavavano una ad una, con un getto di acqua e con uno straccio. Un altro si asciugava con lo stesso asciugamano.Poi, ci vestivano con gli indumenti del preventorio, mentre i nostri scomparivano". Alicia ricorda che erano scene molto tristi e che era vietato parlare.
Conseguenza di questa disciplina, tutti i giorni recitavano il rosario " e dopo le preghiere uscivamo a cantare nel cortile con il viso rivolto al sole. Le bambine eravamo talmente piccole,che non sapevano neanche cosa volesse dire.Passavamo molto tempo fuori al freddo. Ferme con pochi vestiti addosso e con i sandali, mentre le assistenti avevano grandi mantelli". La sorveglianza era costante e non eravamo mai sole " Siamo passate da shock a shock".Quasi ogni giorno ci facevano iniezioni, ma non sappiamo cosa ci hanno iniettato e neppure i nostri genitori".
Tutte queste donne sono alla ricerca di documentazione, ma non compare alcun documento ufficiale sul centro, neppure sulle persone che ci lavoravano. Questo edificio, che si trova nella città di Guadarrama, si è fermato ed è ora un centro per orfani della Guardia Civil, a cui appartiene.

Alicia Garcia assicura che tutte le testimonianze rivelano la stessa cosa: dopo un paio di giorni le ragazze scrivevano ai genitori che le togliessero da lì. Però le lettere venivano censurate dalle assistenti, le qauli dettavano pure ciò che bisognava mettere. Anche le visite erano controllate. " Dovevamo dire che stavamo bene. C'era sempre presente una signorina durante la visita dei genitori e quando questi commentavano qualcosa, essa insisteva nel dire che "cose di ragazza"- dichiara Alicia.

Racconta però che erano piene di lividi:  "ci tiravano i capelli,ci minacciavano,per tutto ci colpivano...in più, dovevamo uscire più ingrassate ed il cibo era terribile. Le bambine che vomitavano hanno dovuto mangiare il loro vomito. Alle altre, più piccole, che pisciavano a letto, le mettevano ortiche nel sedere. Ad una delle più grandi, che insisteva nel volersi lavare da sola,le assistenti la presero per i piedi, le misero la testa nel cesso, ancora e poi ancora".
Alicia conclude "Sappiamo che una volta un uomo fece delle fotografie alle bambine nude sotto la doccia. Stavamo così male... che alcune bambine corsero alle finestre per chiedere aiuto. Alicia e sua sorella furono fortunate. I loro genitori le portarono via dopo due mesi, ma alcune erano così in preda al panico che non raccontavano nulla, perché erano state minacciate.Oggi, alcune di queste donne  uniranno le loro testimonianze nella  causa Argentina che sta giudicando i crimini della dittatura franchista.

Bambini Rubati. Crimini che non hanno prescrizione.

La Corte provinciale di Madrid ha stabilito il 4 ottobre scorso, che il rapimento di bambini è imprescrittibile.  Questa notizia è stata celebrata dalle associazioni interessate al furto dei bambini che chiedono la riapertura di decine di denunce presentate nello Stato spagnolo. Allo stesso tempo, da settembre, il giudice Adolfo Carretero, della corte 47, di Madrid, che istruisce  il caso del presunto rapimento della figlia di Maria Luisa Torres, continua a prendere  dichiarazioni di medici, infermieri ed ex responsabili della Associazione spagnola per la protezione dei Adozione coinvolti nel caso.

Inoltre, il Consiglio di Valencia consegnerà 20.000 euro per quattro anni alla scuola materna di Santa Isabel in quella città,gestita da Suor Juana da oltre 40 anni sospettata di coinvolgimento nel furto dei bambini.
In questa stessa comunità è prevista al più presto l'apertura di tombe di bambini presumibilmente rubati.

Diagonal

(traduzione di Lia Di Peri)

                                     

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.