giovedì 27 ottobre 2011

Giornata di studi sull'anarchico Augusto Masetti e l'invasione coloniale in Libia.

 Dal sito dell'amica Vincenza Perilli

Domenica 30 0ttobre, presso la Sala del Baraccano (via S. Stefano,119 - Bologna), si terrà la giornata di studi, che vi avevamo già preannunciato, dedicata all'anarchico Augusto Masetti e l'invasione coloniale della Libia del 1911. Come noto, il 30 0ttobre 1911, Augusto Masetti manifestò il suo rifiuto di partecipare alla guerra contro la Turchia e all’invasione della Libia, sparando contro un ufficiale nella caserma Cialdini a Bologna. Il tentativo da parte delle autorità militari e politiche fu di depotenziare e neutralizzare l’accaduto, trasformandolo da gesto di rivolta politica ed esistenziale a semplice manifestazione di disturbi mentali e psichici, condannando così Masetti a lunghi anni di detenzione nei manicomi criminali. Nel centenario degli avvenimenti, vorremmo rievocare questo episodio senza nessun intento celebrativo, ma, a partire dall’ approfondimento della sua vicenda, cercare di capire le ragioni e le modalità della guerra coloniale e le condizioni per un suo rifiuto. Per il programma dettagliato della giornata rinviamo al sito del Circolo Anarchico Berneri.
 **************************************************

Anniversari di guerra.

di Marilena Corregia
Il 23 ottobre del 1911, il tenente italiano Giulio Gavotti segna la storia dell'aviazione per avere effettuato il primo bombardamento aereo  contro tribù libiche dal monoplano "Colomba".

Il 23 ottobe 2011, gli amorevoli " democratici" eletti dalla bombe della NATO,hanno proclamato in Libia la sua " liberazione" dopo decine di migliaia di bombe,lunghi assedi delle città libiche e dopo aver violato le regole basi della religione in tema di rispetto per i morti, senza parlare poi, delle norme fondamentali del diritto internazionale circa il trattamento dei prigionieri. Però tranquilli,per rispettare l'Islam  si  ristabilirà la poligamia e l'amputazione della mano.

Esattamente cento anni fa, il 23 ottobre 1911, il tenente italiano Giulio Gavotti realizzò il primo bombardamento aereo nella storia dell'aviazione dal monoplano " Colomba", lanciando bombe contro tribù libiche. Quelle furono le prime fasi della colonizzazione di quel paese, che culminerà nell'assassinio di Omar al Muktar ( che almeno è stato sepolto in un luogo conosciuto).

Il 23 ottobre (del 1946) è anche l'anniversario della prima sessione dell'Assemblea Generale  delle Nazioni Unite, organismo il cui obiettivo principale sarebbe quello di " liberare il mondo dal flagello delle guerre" promosso dalla NATO-ONU.

Dall'altro lato ricordiamo che il 30 settembre di 100 anni fa, un italiano compì un gesto valoroso contro la guerra coloniale. Augusto Masetti, un muratore anarchico,dovendo partire per la guerra in Libia durante il servizio militare presso il quartiere Cialdini a Bologna sparò un tiro con il suo fucile gridando " abbasso la guerra" ed incitando i suoi commilitoni alla ribellione. Il colpo ferì la gamba di un sotto-tenente.
Masetti fu internato in un manicomio per molti anni,perché il governo ritenne che giustiziarlo avrebbe infiammato gli animi.






Più in là del femminismo, più in là del genere

Un interessante riflessione (critica) delle anarco-femministe sulle derive del/dei femminismo/smi.


Al fine di creare una rivoluzione che ponga fine a questo tipo di dominazione è necessario porre fine  in primo luogo,alle tendenze alle quali siamo tutt* sottomessi. Ciò richiede la consapevolezza del ruolo che la società ci impone, cercando i suoi punti deboli, scoprire i suoi limiti ed oltrepassarli.

La sessualità è un'espressione fondamentale dei desideri e delle passioni individuali, fiamma che può accendere tanto l'amore come la rivolta. Così può essere una importante forza dei desideri di ciascuno/na di noi che può sollevarci al di là della massa come esseri unici ed indomabili. Il genere d'altro canto è un intermediario costruito dall'ordine sociale per inibire l'energia sessuale,opprimerla e limitarla,indirizzandola verso la riproduzione di questo ordine di dominazione e sottomissione. In questo modo diventa un impedimento alla libertà di decidere, di come vogliamo vivere e relazionarci. Nonostante ciò, finora,all'uomo è stata data maggiore libertà per affermare la sua volontà dentro questi ruoli,rispetto alle donne,il che spiega perché abbiamo più anarchici, rivoluzionari e persone che agiscono fuori dalla legalità che sono uomini e non donne. Le donne forti,quelle che si sono ribellate sono state quelle che hanno oltre-passato la loro femminilità.

Purtroppo,il Movimento di Liberazione della Donna (MLD) sorto negli anni '60,non è riuscito a sviluppare un'analisi approfondita della natura della dominazione nella sua interezza e del ruolo giocato dal genere nella sua riproduzione. Un movimento nato dalla necessità di liberarsi dai ruoli di genere per essere così individuale, completo e indipendente, venne trasformato in una specializzazione come la maggior parte delle lotte parziali di quel tempo. Garantendo così l'impossibilità di effettuare un'analisi globale all'interno di questo contesto.

Questa specializzazione è nel femminismo attuale contemporaneo,che iniziò a svilupparsi al di fuori del MLD, alla fine degli anni '60. Il suo obiettivo non era tanto la liberazione della donna come individualità limitata imposta dai ruoli assegnati al suo genere, quanto la liberazione della "donna" come categoria sociale. Insieme alle correnti politiche principali, questa progettualità ebbe la finalità di ottenere diritti, riconoscimento e protezione per le donne come una categoria sociale, riconosciuta dalla legge. In teoria,il femminismo radicale si mosse più in là della legge per liberare le donne, come categoria sociale, dalla dominazione maschile. Dato che questa dominazione (maschile) non è sufficientemente esplorata, come parte della dominazione totale (comprese le anarco-femministe) la retorica del femminismo radicale,assume spesso uno stile simile alle lotte di liberazione nazionale. Per cui nonostante le differenze di metodo e di teoria, la pratica del femminismo liberale (principalmente borghese) e il femminismo radicale coincidono. Ciò non è casuale.

La specializzazione del femminismo radicale consiste nel concentrarsi interamente sulla sofferenza delle donne per colpa dell'uomo. Se questa catalogazione fosse completa, la specializzazione non sarebbe durata più del necessario e sarebbe arrivato il momento di andare al di là della lista delle sofferenze subite, verso un tentativo reale ed attuale di analizzare la natura dell'oppressione della donna in questa società ed intraprendere azioni reali e meditate per porre fine a questa oppressione. Così il mantenimento di questa specializzazione richiede che le femministe amplino questo catalogo all'infinito, fino al punto di dare spiegazioni delle azioni oppressive poste in essere da quelle donne in posizioni di potere,come espressione del potere patrircale,così da liberare queste donne dalla responsabilità delle loro azioni.
Qualsiasi seria analisi delle complesse relazioni di dominazione, come quella che esiste attualmente, viene lasciata fuori a favore di una ideologia in cui l'uomo domina e la donna è la vittima di questo dominio.

Però la creazione di una identità in base della propria oppressione, sulla vittimizzazione sofferta, non fornisce la forza o la indipendenza.  A lungo andare si crea invece un bisogno di protezione e sicurezza che eclissa il desiderio di libertà e di indipendenza. Nel regno del teorico e dello psicologico, un'astratta e universale " sorellanza del femminile" può soddisfare questa necessità, ma allo scopo di fornire un fondamento a questa sorellanza  di "mistica femminile", la quale fu esposta negli anni '60 come una costruzione culturale che appoggiava la dominazione maschile, essa rivive in forma di spiritualità femminile, culto della dea e in una varietà di altre ideologie femministe. Il tentativo di liberare la donna come categoria sociale raggiunge la sua apoteosi nella ri-creazione dei ruoli del genere femminile in nome di un'esclusiva solidarietà di genere. Il fatto che molte femministe radicali si sono rivolte alla polizia, ai tribunali e ad altri programmi statali di protezione delle donne (imitando così il femminismo borghese) serve solo a sottolineare la falsa natura della "sorellanza" proclamata. Anche se ci sono stati tentativi di muoversi al di là di questi limiti, nel contesto del femminismo, questa specializzazione è stata la migliore definizione per tre decenni.Nella forma in cui è stata praticata non è stata capace di presentarsi come una sfida rivoluzionaria tanto contro il genere che contro la dominazione. Il progetto anarchico di liberazione globale ci ha chiamato a muoverci al di là di questi limiti fino al punto di attaccare il genere stesso, con l'obiettivo di diventare esseri completi, definibili non come un agglomerato di identità sociali, ma come unici/che  e completi/te individui.

E' uno stereotipo ed un errore affermare che gli uomini e le donne hanno subito uguale oppressione dentro i loro ruoli di genere. I ruoli del genere maschile hanno lasciato all'uomo una grande libertà di azione per l'affermazione della sua volontà. Pertanto la liberazione della donna dai suoi ruoli di genere non consiste nell'essere più maschile, ma andare oltre la sua femminilità, così per gli uomini la questione non è essre femminile ma andare oltre la propria mascolinità. La questione è scoprire che il centro dell'unicità che c'è in ognuna/uno di noi, va al di là di tutti i ruoli sociali e della forma che ciascun* di noi attua, vive, e pensa nel mondo,sia nel dominio sessuale come in tutti gli altri.

Separare il ruolo di genere in funzione della sessualità,dalla totalità del nostro essere,fissando caratteristiche specifiche secondo il genere di appartenenza, serve a perpetuare l'attuale ordine sociale. Di conseguenza, l'energia sessuale, che potrebbe essere uno straordinario potenziale rivoluzionario viene incanalata verso la ri-produzione delle relazioni di dominio e sottomissione, di dipendenza e disperazione. La miseria sessuale che tutto ciò ha prodotto e lo sfruttamento commerciale  si trova ovunque. La fallace chiamata alle persone di " abbracciare tanto la mascolinità come la femminilità" cade sull'assenza di analisi sopra questi concetti, dato che entrambi sono costruzioni sociali che servono gli interessi del potere.

Così cambiare la natura dei ruoli di genere,aumentare il loro numero o modificare la loro forma è inutile da una prospettiva rivoluzionaria, perché questo serve solamente a regolare meccanicamente la forma dei nostri condotti che canalizzano la nostra energia sessuale. Questo non è un compito terapeutico, ma una rivolta insolente,quella che deriva dalla nostra forza e dal nostro rifiuto a tornare indietro. Se il nostro desiderio è quello di distruggere ogni dominazione,allora è necessario che andiamo oltre tutto ciò che ci reprime, più in là del femminismo, più in là del genere, perché è qui che troviamo la possibilità di creare la nostra irriducibile individualità che ci condurrà contro ogni dominazione senza esitazione. Se desideriamo  distruggere la logica della sottomissione, ciò dovrebbe essere il nostro minimo obiettivo.


portal libertario oaca 

(traduzione di Anita Lia Di Peri Silviano) 




 




lunedì 24 ottobre 2011

Vittime

di  Molla Teresa Castells

Abbiamo vissuto una settimana dove le notizie si sono affollate.

La morte di Gheddafi, la morte di un campione del motociclismo,l'abbandono delle armi da parte dell'organizzazione terrorista dell'ETA e alcune notizie ci hanno portato a trascorrere qualche giornata di reale voragine informativa.

Ogni notizia, naturalmente, aveva corrispondenti opinioni e opinioni contrarie da parte delle persone che formano i diversi forum di discussione e dei media e va da sé che le diverse reti sociali"'bruciano".

Forse, la notizia  più seguita  è stata l'abbandono delle armi da parte dell'ETA che è stata annunciata lo scorso giovedì. Appena un mese prima delle prossime elezioni generali.

L'analisi di detta notizia è stata fatta da molte voci: politici, parti sociali,dalle differenti associazioni delle vittime, ecc... e ciascuno con i suoi interessi, non sempre pubblici.

Alla fine, come sempre, i numeri. A quanto pare l'ETA ha ucciso un migliaio di persone nei suoi cinquant'anni di lotta armata come riportato da tutte le fonti,la quale è una verità sanguinosa per qualsiasi società.
Per tutto il tempo che sono rimasta "inchiodata" davanti alla televisione e radio ascoltando le differenti opinioni, continuavo a pensare la stessa cosa: Dove sono quelli che  dovrebbero difendere le vittime di un terrorismo ancora più sanguinoso:il terrorismo sessista?
Non era il momento di interagire con il momento informativo che si stava vivendo, ma mi rifiuto di perdere ancora tempo,anche se in alcune reti sociali cominciavano a dare questi dati anche la sera stessa.

Continuo a chiedermi molte cose al riguardo.E tra queste :  perché si rivendica il terrorismo solamente quando proviene da organizzazioni e non da singoli individui? Perché non si dà lo stesso trattamento informativo della vittima del terrorismo ad una vittima del terrorismo sessista? Perché ai terroristi che uccidono le loro partner non viene dato il nome corrispondente di, per esempio, assassino, terrorista ecc...e sempre si cerca di limitare la sua (loro) responsabilità ad ambiti più privati e meno sociali, nonostante i progressi in questa direzione?
Continua ad essere molto doloroso per me affrontare questo tema che fa male all'anima, soprattutto dopo che rivendicai la condizione di vittima, non solamente per le donne aggredite ma anche per le sue figlie ed i suoi figli e gli altri parenti più stretti,e alcune persone delle associazioni delle vittime del terrorismo politico sono arrivate  ad insultarmi per aver fatto tale comparazione.

Non mi importa degli insulti. Mi interessa  del perché si continui a dichiarare lo status di vittima solamente per coloro che sono morti per mano di quelli che comunemente vengono nominati terroristi in ambito sociale e non privato.
Bisogna ricordare che negli ultimi dodici anni (che è il periodo nel quale i dati sono disponibili) sono morte una media di sessantacinque  donne ogni anno, il che è una cifra abbastanza elevata. E parlo solo della morte, senza considerare tutte le denunce che, pur essendo molte, secondo gli esperti, sono soltanto il dieci per cento (il dieci per cento!!!) di tutte le aggressioni che si verificano.

Chi, a parte le persone coinvolte nella lotta contro questo flagello, parla di far cessare questo terrorismo? Quando potremo celebrare la cessazione delle attività armate di questo terrorismo?

Esse sono vittime, ci piacca o no,di un terrorismo con una maggiore accettazione sociale a causa di tutte le componenti culturali acquisite nel corso di centinaia o migliaia di anni.

Sono vittime accettate e giustificate socialemente perché il sistema androcentrico possa sopravvivere.
E nonostante tutti i progressi degli ultimi anni,rimangono ancoa troppi interessi nel non riconoscerlo come tale in troppi ambiti e siamo stanche che questo accada.

Per quanto tempo le loro voci continueranno a essere taciute e le loro morti solo una questione di numeri statistici?
Vittime. Sono vittime di un terrorismo silenzioso, molto più dannose delle organizzazioni terroriste, perché  dietro ogni aggressione alla partner, vi è un terrorista.


(traduzione di Anita Lia Di Peri Silviano)