giovedì 15 settembre 2011

Hasta siempre compagno Jara!

Trentotto anni fa, il 16 settembre 1973 viene ucciso da assassini, criminali e fascisti,il rivoluzionario cantante, poeta, regista e attore teatrale Victor Jara, ferito, fatto prigioniero e rotte ambedue le mani. Scrisse nel suo ultimo messaggio prima di essere assassinato allo stadio nazionale del Cile, "siamo cinquemila . Su di un pezzo di carta, di quelli che provengono dalle sigarette. Quì plasmò la sua ultima idea, il suo lamento, il suo desiderio e la sua visione.
Così si perpetrava uno tanti crimini della nascente dittatura fascista e criminale di Pinochet, che in pochi giorni avrebbe ucciso migliaia di cileni. In primo luogo seguaci e sostenitori di Allende, leader rivoluzionari,dirigente d'avanguardia,fino ai nemici ed avversari.

Víctor fu una voce all'interno del processo rivoluzionario cileno, dalle diverse sfaccettature di lotta, un esempio per la causa e della causa. Nato nella campagna ne seppe apprezzare la natura e le sue radici. Nel 1966 incise il suo primo album, il vero amore fu per i lavoratori agricoli, la maggior parte delle sue canzoni rispecchiano le ingiustizie e gli abusi commessi contro il popolo, parlò, cantò della disuguaglianza di classe.

Direttore teatrale fino al 1970, quando inizia la sua dedizione a tempo pieno nelle attività sociali. Marxista convinto, comunista che ri-prendeva gli elementi della situazione cilena del momento. Realizzò una serie di documentari contro il fascismo, nella guerra civile.

Victor si integra immediatamente nella campagna di Salvador Allende con cui collabora e partecipa, credeva nel nuovo uomo aveva un sogno. Il sogno di un Cile molto diverso, dove tutti avevano un posto e dove non vi erano differenze di classe.

E' triste e doloroso leggere il racconto della sua amata; Joan Jara, che descrive la condizione in cui lo trovò, il suo stato così deteriorato dalle tante torture subìte. Ma questo non gli ha impedito da lì di continuare ispirandosi e descrivendo i militari che lo picchiavano e torturavano, che non riuscivano stroncare il suo morale, né assassinare le sue speranze.

Victor continua a cantare oggi da dove si trova, indicando ancora con la sua voce, la lotta , il suo fucile la canzone, i suoi proiettili le lettere. Insieme con Ali, Mercedes, Violeta, Facundo, Fonseca, formano un coro di speranza e con Pablo,Ruben, Martí, scrive una poesia di incoraggiamento per l'America. Che sarà l'ispirazione per la nuova vita,la nuova patria. Allende e tu,guiderai con Manuel e Paolo le lotte che devono venire.

Mi rimane poco,troppo poco per parlare con te, scrivendo su di te. Tutto quello che posso dire è: Victor vive senza stancarsi della sua lotta, la sua musica, le sue canzoni sono guida di lotta, per sempre. Victor Jara, i tuoi assassini anche se non hanno pagato per questo, lo faranno a un certo punto, ciò non può essere dimenticato e dovunque succederà sarà fatta giustizia.

Hasta siempre compagno Jara!
 
 
(Traduzione di Anita Lia Di Peri Silviano) 


 

martedì 13 settembre 2011

Il corpo di tua madre

Un giudice (César Adán García Cú), di fronte alla mutilazione del corpo di una donna - Ruth Noemí Elías Top - recisi i genitali, decapitata, tagliate entrambi le mani e con profondi segni di machete sui polpacci  ha dichiarato che la mutilazione fu effettuata " con lo scopo preciso da parte di Francisco Chocoj(il femminicida)  di evitare che la vittima fosse riconosciuta" e che non si è trattato di un atto di perversione. Il sadismo secondo il giudice fu un comportamento esasperato che non merita ulteriore punizione.
Davanti a questa dichiarazione è difficile non chiedersi: e se la vittima fosse stata sua madre?

di Carolina Vásquez Araya

Questo caso uno tra migliaia di casi, serve per illustrare fino a che punto la violenza contro la donna - per il solo fatto di esserlo - che è definita come femminicidio - sia una condotta ammessa e giustificata.

...Tra le questioni in sospeso che dovrebbero ricevere tutta l'attenzione c'è il compimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio la cui terza sezione recita: " Promuovere l'uguaglianza tra i sessi e l'empowerment delle donne"
 Questa dichiarazione ha una enorme portata. Significa promuovere un equilibrio di forze in seno agli organi decisionali e una completa consapevolezza del ruolo svolto dalle donne nello sviluppo nazionale, il loro contributo in termini di educazione, salute e qualità della vita, ma stabilisce anche l'obbligo della società di rispettare la sua condizione di donna come essere completo con identici diritti e responsabilità.

Negli ultimi anni la società civile ha fatto un passo importante per affrontare le tematiche di genere, con una visione di reinserimento sociale,allo scopo di combattere stereotipi e pregiudizi radicati, idee sessiste e discriminatorie, che sono stati il terreno di coltura dei comportamenti misogini che si trasmettono di generazione in generazione.

Tuttavia, non è bastato. Il problema della violenza contro le donne non è un tema di moda, ma una patologia sociale la cui persistenza nelle azioni quotidiane di milioni di esseri umani segna le società e impedisce di raggiungere lo  sviluppo.
La prosperità economica o l'accesso alla tecnologia non possono considerarsi un indicatore di evoluzione, mentre le donne non sono rispettate nella loro interezza.
Le istituzioni dello Stato, gli apparati di sicurezza e il sistema di amministrazione della giustizia sono istanze che abbisognano di un cambiamento radicale del comportamento nei confronti di questo problema.
Giudici, magistrati, pubblici ministeri, polizia e investigatori hanno l'obbligo di trattare i casi di femminicidio con un atteggiamento comprensivo e rispettoso.

Una società funzionale e autenticamente democratica, rispetta in modo assoluto  i diritti di tutti i suoi membri e senza eccezione di classe.

Partiamo da qui.


(traduzione di AnitaLia Di Peri Silviano)
Doña Basilia Top, madre de Ruth Noemí Elías Top, durante la lettura della sentenza lo scorso 8 settembre.