lunedì 15 agosto 2011

In Messico i cartelli della droga si impadroniscono delle città: in aumento la tratta delle donne

I cartelli (Los Zetas) si impradoniscono di Apocada,Nuevo León : aumenta la Tratta delle donne.

In meno di due anni sono state sequestrate più di 105  giovani donne, denunciano le madri delle vittime.

Obbligate a prostituirsi o a vendere droga.



La scomparsa di donne in Apocada, Nuovo Leon (Messico), stava diventando lentamente un evento di routine da quando Los Zetas si sono impadroniti di uno dei Comuni con maggiore popolazione e marginalizzazione.

Alcune sono state sequestrate per strada, scelte a caso,per il loro aspetto; altre sono state rapite dallo loro case con armi e minacce; il resto non ha fatto più ritorno all'uscita del lavoro, da una festa, dalla discoteca.

Tutte hanno in comune il fatto di essere povere,giovani e belle. Per le strade le sparatorie sono qualcosa di quotidiano. Decine di donne sono scomparse dall'inizio della guerra contro i narco.
I cartelli della droga hanno diversificato le loro attività.

L'ufficio della Procura di Nuevo Leon non ha statisitche del reato della tratta contro il genere femminile, però l'entità è stata considerata centro di distribuzione per lo sfruttamento sessuale: un affare che coinvolge criminali, politici, funzionari, polizia e imprenditori.
"Solo in Apocada, in meno di due anni abbiamo avuto oltre 105 ragazze rapite", afferma  Martha Alicia Quintanilla Ibarra, madre di Lizette Alicia Mireles, di 22 anni, desaparecida il 2 dicembre dell'anno scorso dopo l'uscita dal lavoro in un casinò.

Senza traccia

Azalea è magra,occhi scuri e obliqui. La  foto  dei suoi quindici anni è nella stanza. Teodora accoglie gli altri. Ha perso la vista e la sua malattia si è aggravata da quando la figlia è scomparsa il 15 febbraio dell'anno scorso. " Alcuni uomini sono venuti a trovarla. Prima le hanno parlato per telefono, poi uno scese dalla macchina e  ha picchiato forte alla porta, urlando. Mi ha solo detto, 'Mamma, torno tra un pò'.

Per nessuna delle giovani rapite è stato chiesto un riscatto. Alcune hanno parlato con i loro genitori dopo il sequestro per chiedere di non cercarle o di sporgere denuncia. Dieci di esse erano amiche o conoscenti e sono state rapite in una settimana.

Il giorno dopo il rapimento di Azalea, scomparve Cecilia Abigaíl Chávez Torres, di 18 anni, incinta di sette mesi.
" Un'amica - dice  Cecilia Morales Torres, di 45 anni - che io credo fosse nelle loro mani è stata il tramite. La chiamò diverse volte e la invitò ad una festa. Non ritorno più. Mia figlia mi telefonò quattro giorni dopo il sequestro e mi ha detto, " mamma, non ti preoccupare, sto bene" e riattaccò. Non mi ha mai più richiamata".
Racconta che la figlia lavorava nella Transformadores Delta e aveva una relazione con Juan Francisco Zapata, soprannominato Billy Sierra o El Pelon, capo zona della piazza de Monterrey arrestato nel mese di agosto dello scorso anno. " E' il papà del bambino. Non l'ho mai incontrato. Mia figlia mi raccontò che El Pelon non le disse che era un sicario. Glielo confessò quando era incinta di quattro mesi. Non volli che venisse a casa mia. Lo vidi sul giornale quando l'hanno arrestato. Lui sa dov'è mia figlia. E voglio che me lo dica lui o la SIEDO (Super-procura antimafia).

Per Cecilia è chiaro che la figlia è vittima della tratta.

L'ufficio statistica del Dipartimento di Stato americano afferma che annualmente in Messico più di 20mila persone sono sequestrate in relazione a questo crimine.
"Le possono fare prostituire o vendere la droga. Queste ragazze sono un grosso business per loro.  E' chiaro che hanno una rete di ragazze. E' la tratta delle bianche.
...

La storia di Veronica Martinez Casas è segnata da povertà ed esclusione. Si tratta di una dei sette milioni di Ninis  (indigenti)esistenti nel Paese, una madre single di quattro figli.
" Non c'è bisogno che cerchi Veronica, non ritornerà è morta" dissero  al telefono a María del Rosario Martínez Medina, madre di Verónica, desaparecida nello stesso giorno di Cecilia Abigaíl.

Veronica non lavorava. Voglio essere sincera, non mi piace dire bugie: era in contatto con brutte persone, questa è la verità". Insieme al marito cura i quattro nipoti. " "Sento che è viva, che sta bene", aggiunge.

La prescelta

Secondo il ricercatore dell'Università Autonoma di Nuovo Leon,Arun Kumar, autore della studio Una nuova forma di schiavitù umana: La tratta delle donne in Messico, l'organizzazione occupa il sesto posto in termini di incidenza di questo crimine.
Il rapporto rileva che mensilmente entrano ed escono 300-400  donne dallo Stato per sfruttamnto sessuale.
Alcune madri delle scomparse hanno ricevuto messaggi da persone che le hanno visto lavorarare nei bordelli o  nei bar a Monterrey, Camargo, Reynosa e Guadalajara.
"Le possono impiegare come accompagnatrici - afferma Isabel Rivera, madre de Guadalupe Jazmín Torres Rivera, mentre guarda la foto della figlia quindicenne scomparsa nel febbraio dell'anno scorso, un giorno prima del sequestro di Veronica e Cecilia Abigaíl.

Madre single di una figlia di tre anni, Guadalupe era una insegnante di ballo.
La madre racconta che dopo aver lasciato il lavoro " camminava per strada e Evelyn Johana, la ragazza di Juan Carlos Martínez Hernández, alias El Camaleón ,capo Zeta de Guadalupe, le fece dei seganli da un camioncino. Scese giù un tizio calvo, meticcio, con una pistola. Se la presero, lasciando solamente la valigia con dentro i vestiti di ballo".

La polizia di Apocada non ha accettato la denuncia di Isabel Rivera, quando andò al campo miliatre della Settima zona, per aggiungere il nome della figlia tra le disperse.
Poi alla caserma della  Marina, e finalmente la polizia ministeriale ha accettato la denuncia e il DNA è stato testato.

" Mia figlia è stata presa il Martedì, altre tre il Lunedì, altre due il Mercoledì, in una settimana  ne hanno rapite 10 nel quartiere. Hanno continuato sequestrando ragazzine. Sono 46 le rapite quest'anno. E nessuno fa niente. Non è giusto che le rapiscano per soldi. Sono morta. Dio mi ha dato tre figli e li amo tutti e tre. Io non mi rassegno" dichiara mentre mostra una carpetta con otto immagini  di altre ragazze scomparse, le cui madri hanno inizato a riunirsi  per chiedere giustizia.


La maggior parte di esse si sono conosciute nella Settima Zona Militare dove si erano recate per denunciare le sparizioni " Qui non nascondiamo nulla, Io credo che l'abbiano rapite Los Zetas. Tutti conoscono Billy Sierra, che ha sequestrato altre ragazze a Monterrey, Estanzuela, Guadalupe e Escobedo ", ha detto Cecilia Torres.

Le cose sono state diverse nel caso di Blondie Ivonne Williams García, de 23 anni,madre single, scomparsa  il 17 febbraio del 2010, il giorno dopo il rapimento di Verónica e Cecilia Abigaíl. Racconta la madre della giovane: "Venne un'amica e uscì. In quel momento si accostò una macchina e dall'interno le chiesero: " Chi è è Ivonne Blondie? " Lei non rispose. Qualcuno aveva mandato a chiedere di mia figlia. Uno degli uomini uscì dalla macchina e  le sollevò la giacca mostrando un tatuaggio di un sole: " E' lei? disse. Allora, l'altro ordinò : caricala su". 

Quando ho sentito questo sono uscita e la stavano mettendo in macchina. Sono riuscita ad afferrare uno dei delinquenti, ma l'altro mi puntò la pistola e mi fermò.


La stessa auto sequestrò 23 ore dopo, Ana Lariza García Rayas. Lavorava come dimostratrice in un'azienda di telemarketing.
"Una ragazza gridò il suo nome e mia figlia uscì salutandola con un bacio. Una decina di minuti dopo la rapirono. Era amica di Blondie e Lupita, anch'esse rapite, ma le altre non le conosceva" - afferma la madre, Ana Francisca Rayas Guevara.


L'ufficio della Procura Generale sta indagando sulla sorte di 525 donne e bambine scomparse in questi ultimi anni in Messico.
Laura Benavides, una residente ad Apocada decise di mettere un annuncio su Internet sul rapimento della figlia avvenuto quattro anni fa in una discoteca,Yarezi Anahi Benavides Luevano, di anni 21.


Piange ogni giorno per sua figlia e per le altre: " Sono tante le giovani donne che vengono rapite. Sto ancora aspettando. Io la amo. Non mi interessa ciò che ha fatto o l'hanno costretta a fare. Io l'aspetto.

La vedo che entra dalla porta e l'abbraccio." 


(traduzione di Lia Di Peri)


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