domenica 24 luglio 2011

L'ideologia di Facebook

di José Steinsleger


Internet è una tecnologia e Facebook un programma che la utilizza.
Le  tecnologie sorgono per X finalità e i programmi per X scopi. Se  abbiamo realmente bisogno di "molti" amici, se sentiamo come indispensabile ri-trovare la fidanzata del passato  o il compagno della prima elementare, c'è ... Facebook!


Quando ero un adolescente scalciavo le strade di una grande città ed  esercitavo la concentrazione mentale per uccidere il preside della mia scuola, usavo soffermarmi sugli scaffali delle librerie. Un libro su tutti attirava la mia attenzione: "Come farsi degli amici e influenzare la gente" di Dale Carnegie.

Nonostante l'esultante  presentazione che lo consigliava (milioni di copie vendute!), non lo comprai. Mi era bastato aprirlo e leggere la prima raccomandazione per concludere che l'opera andava contro i miei ideali: "Non criticare, né condannare,né lamentarsi."

Nel "cyberspazio" ... ci sono reti e ragnatele. Internet è una rete (networking) e Facebook e una rete (di persone). Internet collega, Facebook cattura. Entrambi  sistemi di collegamento. Solo che Internet è stato progettato per fini pubblici, mentre Facebook, così come libro di Carnegie, manipola l'opinione pubblica per fini privati.

Quale ideologia professavano i giovani dell'Università di Stanford che alla fine degli anni sessanta esploravano le potenzialità della rete?
Diciamo che il proverbiale pragmatismo dell'élite democrazia yankee li invitò a rispondere a una tempestiva richiesta del Pentagono :  creare un sistema  di comunicazione decentrata in grado di resistere ad un attacco nucleare.

Poiché il progetto non menzionava il sistema per evitare la censura (o che si ispirava alla parità dei diritti tra fonti di informazione), lo Stato non controllò se gli investigatori sostenevano la guerra in Vietnam o andavano ai concerti per cantare We Shall Overcome a Ronald Reagan, governatore della California. Licenze del modo americano, che non torneranno.

L'Internet è stato concepito dal disinteressato spirito di una comunità di scienziati e Facebook è nato dal tradimento di Mark Zuckerberg agli amici, che insieme con lui, progettaono il programma per  "fare amici". Una storia che Ben Mezrich  raccontò nel " Miliardari per caso (Planeta, 2010) e che i  riluttanti alla lettura possono apprezzare ne "La rete sociale",la buona  e semplice pellicola di David Fincher (2010).


Zuckerberg è il proprietario di Facebook ("Uomo dell'anno" secondo la cavernicola rivista Time), e Peter Thiel (l'inventore del sistema di pagamento elettronico PayPal) funziona come pietra miliare della loro ideologia. Per motivi di spazio, rinvio a Google il profilo di questo ciber-dinosaurio del male. Da parte mia, mi fermo a René Girard (1925), filosofo e antropologo francese e alter ego di Peter Thiel.
Nel luglio 2008, un giornale della destra messicana che si dice "libero" (ma non meno manipolatore del Time), ha dichiarato che "... la teoria antropologica di René Girard  comincia ad essere considerata l'unica (sic) spiegazione convincente sulle origini della cultura ".
Quale sarebbe questa sconosciuta teoria? Niente meno che la malconcia "mimesi" del desiderio, che secondo Girard, ci configuriamo grazie ai desideri degli altri.

Le acrobazie intellettuali di Girard rendono omaggio agli psicologi razzisti, come Gustave Le Bon (1841-1931),adattabile alla mentalità di gente come Thiel: le persone sono essenzialmente pecore e si copiano gli uni con gli altri senza molta riflessione. Il sito Resistenza Digitale (RD) ha portato l'esempio della bolla finanziaria: quando Bill Gates ha acquistato parte delle azioni di Facebook, le tigri di Wall Street dedussero che valeva 15 volte di più.

Il secondo investitore  di Facebook si chiama Jim Breyer (membro del consiglio di WalMart) e il terzo è Howard Cox,di  In-Q-Tel, ala degli investimenti del capitale a rischio della CIA.
Il  Project Censored (iniziativa dell'Università Statale di Sonoma, in California, che mette  in onda i temi che nascondono i media) ha dichiarato che l'FBI utilizza Facebook come sostituto del "Infragard" creata durante il primo governo di W. Bush: 23mila micro-comunità o cellule di piccoli commercianti "patriotticl" che offrono profili psicologici dei propri clienti.

Facebook e  il suo esperimento di manipolazione globale si è concluso con le teorie cospirative. Per sinistra e destra, milioni di persone che in principio stimavano la democrazia e la libertà (valori che per Thiel sono "incompatibili"), sembrano non accorgersi che la privacy è un diritto umano fondamentale.


Intrappolati nella cultura neo-liberista (vera "rete di reti"), i governi, le istituzioni e gli utenti consegnano a Facebook - rete di contatto - relazioni, nomi e fotografie che si prestano al riconoscimento,la geolocalizzazione mobile,la statistica ideologica  e i profili di mercato e  psicologici.
In questo senso, Facebook è un sottoprodotto  ideologico della inarrestabile metastasi totalitaria che si espande negli Stati Uniti. Al posto dell'ambidestre ossessioni del modesto George Orwell, Facebook si nutre della profezia che Jack London descrisse ne "Il tallone di ferro (1908): la creazione di uno stato di polizia, attorniato di ruffiani anonimi.



http://www.jornada.unam.mx/2011/07/20/index.php?section=opinion&article=027a2pol&partner=rss

(traduzione a cura di Lia Di Peri)


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